WASHINGTON. – I resti di Abu Bakr al Baghdadi, il capo dell’Isis che si è fatto esplodere nel raid americano in Siria, sono stati dispersi in mare. Come quelli dell’ex leader di al Qaida, Osama bin Laden. Ad annunciarlo sono stati i vertici del Pentagono, rivelando anche che nell’operazione sono state catturate due persone e che il video del blitz sarà diffuso, almeno in parte, nei prossimi giorni, dopo l’iter di declassificazione.
Un successo? Certamente sì per Donald Trump, che però in un’America spaccata a metà è finito comunque nel mirino delle polemiche. “É stato come guardare un film”, aveva detto il presidente del raid, seguito “in diretta” nella Situation Room della Casa Bianca. Ora però spuntano i dubbi che sia stata la sua fervida immaginazione a fargli vedere e sentire gli ultimi minuti di vita del capo dell’Isis e che la sua foto mentre seguiva il blitz sia stato uno scatto in posa. Dubbi che si mescolano alle crescenti polemiche per aver informato dell’operazione Vladimir Putin ma non i vertici democratici. E alle inattese contestazioni oggi a Chicago e ieri durante una finale di baseball allo stadio di Washington Dc, dove Trump ha incassato un sonoro “buuu” dal pubblico, che ha anche gridato “lock him up” (arréstatelo), come urlavano i suoi fan contro Hillary Clinton.
É stato il New York Times il primo a mettere in dubbio il macabro racconto della morte del Califfo offerto in diretta tv dal tycoon, secondo cui al Baghdadi è scappato “nel pánico totale” in un tunnel senza uscita ed è morto “come un codardo, piangendo e gridando”, prima di farsi saltare in aria con un giubbotto esplosivo insieme ai tre figli.
Secondo il quotidiano, quelle del raid delle forze speciali Usa erano solo immagini della sorveglianza aerea, prive di audio. Immagini peraltro di una casa-bunker avvolta nel buio della notte, dove americani e jihadisti erano distinti a stento dalle tracce termiche. Non solo: di Baghdadi braccato nel tunnel il commander in chief non ha potuto nemmeno vedere le immagini in diretta.
Gli ultimi minuti di vita del leader dell’Isis, infatti, sono stati ripresi dalle telecamere installate sugli elmetti dei soldati americani che stavano compiendo il raid. Video che sarebbero stati consegnati a Trump soltanto dopo la conferenza stampa.
Ad una domanda specifica della Abc sul racconto cinematografico del tycoon, il capo del Pentagono Mark Esper ha provato a tergiversare dicendo di essere all’oscuro di certi dettagli e di ritenere che il presidente abbia “parlato probabilmente con i comandanti sul campo” per farsi dare tutte le informazioni. Esper ha glissato anche in conferenza stampa e ha frenato gli entusiasmi di Trump, ammonendo che la situazione in Siria “resta complessa”.
Ad offuscare il successo del raid anche lo scatto che immortala il presidente al centro della Situation Room con a fianco i vertici della Casa Bianca e del Pentagono, tutti rigorosamente in giacca e cravatta. Pete Souza, l’ex fotógrafo ufficiale di Obama, sostiene che si tratta di una foto costruita ad arte, troppo simmetrica e statica, scattata – dati alla mano – un’ora e mezza dopo l’inizio dell’operazione, quindi non in diretta.
E la contrappone alla sua famosa foto di quella stessa stanza quando fu ucciso bin Laden nel 2011, con Obama in camicia senza cravatta e un giubbotto scuro e gli altri membri dell’amministrazione in ordine sparso e in un’atmosfera di tensione estrema, restituita dalla segretaria di Stato Hillary Clinton sconvolta con la mano sulla bocca.
I social hanno commentato con sarcasmo. “Foto scattata quasi due ore dopo? Stavano aspettando Trump che era andato a giocare a golf”, ha commentato un utente di Twitter. “Probabilmente stavano guardando Fox News”, ha cinquettato un altro citando la tv preferita del tycoon. “La prossima volta non guárdate l’obiettivo della macchina fotografica, sembrerà meno in posa”, ha suggerito un altro ancora.
Più forti dei dubbi e dei sarcasmi sono però le critiche al presidente per aver tenuto all’oscuro del blitz la speaker della Camera Nancy Pelosi e altri importanti dirigenti dem, tra cui Adam Schiff, il presidente della commissione Intelligence che sovrintende all’indagine di impeachment.
“Temevo fughe di notizie, Schiff è la più grande talpa di Washington”, ha tagliato corto Trump, ormai in rotta totale con l’opposizione.
(di Claudio Salvalaggio/ANSA)