Internet compie 50 anni ma 50% del mondo non è connesso

Tim Berners-Lee parla durante il Web Summit de 2018 a Lisboa, Portugal. (Pedro Fiúza/NurPhoto)

ROMA. – Internet spegne 50 candeline. La rete di telecomunicazioni più estesa al mondo dopo quella telefónica ha attraversato mezzo secolo di storia. Dal primo scambio di informazioni tra due computer, riuscito solo in parte, fino ai giorni nostri, in cui ad essere connessi sono miliardi di oggetti come la tv o il contatore della luce, ha rivoluzionato il modo di lavorare, di comunicare e in sostanza di vivere.

Eppure la metà della popolazione globale è ancora esclusa da questa rivoluzione, mentre gli oggetti connessi hanno superato la quota di 20 miliardi.

Tutto ha inizio il 29 ottobre 1969 in California, quando l’università di Los Angeles invia il primo pacchetto di dati al Research Institute di Stanford. Nei piani doveva essere trasmessa la parola “login”, ma gli informatici riuscirono a inviare solo le prime due lettere, poi il sistema andò in crash.

La rete non si chiamava ancora internet, ma Arpanet: era un progetto voluto da un’agenzia del dipartimento della Difesa statunitense, l’Arpa (Advanced research projects agency), e collegava appena quattro terminali.

Da quel primo collegamento la tecnologia è progredita e la rete si è estesa. Ma per far decollare internet servivano ancora un paio di decenni e l’intervento di Tim Berners-Lee. Nel 1989 il “papà del web” presentò un saggio al Cern di Ginevra che rappresentava la base teorica del World wide web, mentre nel 1991 fu online il primo sito web.

Il web è uno degli ingredienti che hanno decretato il successo di internet. Oggi si contano più di un miliardo e mezzo di siti, ma per renderli accessibili sono stati necessari anche i motori di ricerca – come Google ad esempio – che consentono di trovare la pagina a cui vogliamo collegarci nel mare magnum della rete.

Altro elemento chiave è la chiocciolina, il símbolo della posta elettronica che è nata nel 1971 dalla mente del programmatore Ray Tomlinson. Attualmente, secondo i dati raccolti da Statista, nel mondo si scambiano 293 miliardi di email al giorno. Fondamentali, poi, sono stati i progressi che hanno portato i computer, inizialmente grandi quanto una stanza, a farsi personali e tanto piccoli da stare sulle ginocchia, e ad essere affiancati dagli smartphone.

Tutto questo, però, non è alla portata di tutti. Secondo l’Unione internazionale delle telecomunicazioni (Itu), alla fine del 2018 gli utenti di internet erano 3,9 miliardi, pari al 51,2% della popolazione mondiale. In altre parole, poco meno della metà degli abitanti del pianeta non ha ancora accesso a internet.

Nel frattempo il numero di oggetti connessi ha ampiamente superato quello delle persone. Dalla lavatrice all’auto, dalle luci di casa a macchinari in fabbrica, l’internet delle cose si prepara a dar vita alla prossima grande rivoluzione, non senza timori sulla privacy e la sicurezza. Oggi si contano 26 miliardi di oggetti collegati a internet, e secondo gli analisti la cifra balzerà sa 75 miliardi entro il 2025, con un impatto económico potenziale di 11mila miliardi di dollari.

(di Laura Giannoni/ANSA)

Lascia un commento