A Roma sciopero anti-Raggi, è scontro con sindacati

Manifestanti scendono in piazza per il diritto al lavoro. Immagine d'archivio.
Manifestanti scendono in piazza per il diritto al lavoro. Immagine d'archivio. (ANSA)

ROMA. – Il primo sciopero generale delle municipalizzate, che per 24 ore crea disguidi in città, si trasforma in una protesta aperta contro l’amministrazione Raggi.

Nel mirino di Cgil, Cisl, Uil e Ugl c’è la gestione delle aziende comunali e il “degrado” della città, ma al sit-in organizzato  sotto il Campidoglio aderiscono diverse altre realtà cittadine, dalle opposizioni capitoline alle associazioni dei consumatori. La manifestazione è vivace e dai toni vibranti, le bandiere che sventolano sono tante, ma la piazza non è strapiena.

Tanto che Virginia Raggi attacca: “Una minoranza di sindacalisti prova a tenere in ostaggio una città di 3 milioni di abitanti. La maggioranza dei cittadini è stanca di scioperi ingiustificati”.

Le parole della sindaca, affidate ad un tweet a protesta in corso, vengono lette al microfono. I manifestanti, fino a quel momento più cauti, sbottano fischiando e urlando “dimissioni” all’indirizzo dell’inquilina del Campidoglio. La pax sindacale sembra essere tramontata definitivamente.

Ma, nel frattempo, Raggi incassa nuovamente il supporto del leader del M5s Luigi Di Maio: “Sostengo tutte le manifestazioni per il diritto del lavoro, ma è mai possibile che tutti gli scioperi si facciano di venerdì? La storia che alcuni sindacati fanno sempre sciopero il venerdì per fare il weekend, mi sembra ormai una questione indecente”.

Nella Capitale alla mobilitazione generale delle partecipate, si somma lo sciopero generale indetto da alcune sigle di base nei trasporti che fa sentire i suoi effetti sin dal mattino: metro C chiusa, ferrovia Roma Lido chiusa (e poi riaperta), metro A attiva con lievi riduzioni di corse, alcuni bus soppressi.

In Ama, la municipalizzata dei rifiuti, è guerra di cifre tra i sindacati da una parte e l’aziende del Comune dall’altra: il 75% di adesioni allo sciopero riferito dai primi diventa il 38% stando ai dati ufficiali della società.

La Cgil conferma i suoi dati e ne snocciola degli altri: ad incrociare le braccia in Roma Metropolitane (la società nata per programmare e appaltare le opere di mobilità di cui recentemente il Campidoglio ha decretato la liquidazione) “sono stati il 90% dei lavoratori. Gli asili comunali sono in gran parte chiusi. I centri informativi turistici sono tutti chiusi”. Restano aperti invece i musei civici, tranne Villa di Massenzio.

“Dopo tre anni dall’elezione di Raggi abbiamo una Roma abbandonata”, afferma Ermenegildo Rossi dell’Ugl. “La Capitale non si merita di essere governata così”, gli fa eco Alberto Civica della Uil. Mentre Carlo Costantini (Cisl) punta il dito sul “patto Fabbrica Roma (siglato in passato con Raggi, ndr) che non è mai partito”.

Michele Azzola della Cgil chiede l’intervento del Governo per la città, “un tavolo serio per il rilancio, non il mantello di Batman”, incalza in riferimento alla proposta di conferire poteri speciali al sindaco fatta pochi giorni fa da Di Maio.

In giornata, se le opposizioni alzano i toni dello scontro con il Movimento 5 stelle in città, dal Campidoglio non restano a guardare: É uno sciopero privo quindi di ogni fondamento, che svela oggi il suo sapore esclusivamente politico e il cui unico effetto è danneggiare i cittadini”, commenta il capogruppo pentastellato Giuliano Pacetti.

E l’assessore alle Partecipate Giovanni Lemmetti rincara la dose: “Uno sciopero al quale non ha creduto la maggioranza degli stessi lavoratori. Noi continuiamo a lavorare permettere in sicurezza i conti”.

(di Paola Lo Mele/ANSA)