“Muro in Colorado”, gaffe Trump sbeffeggiato sui social

La mappa modificata degli Stati Uniti con il New Messico trasformato in Messico, pubblicata sulle reti sociali dal senatore dem Patrick Leahy per prendere in giro Trump.(Agepress)

WASHINGTON. – Nuova gaffe di Donald Trump, questa volta in geografia. Il presidente ha annunciato il muro anti migranti, promessa faro della sua prima campagna elettorale, anche in Colorado. Peccato che questo Stato nel cuore degli Usa, tra Utah e Kansas, non confini col Messico ma col New Mexico, che appartiene agli Usa.

Una scivolata che gli è costata un’ondata di ironie sui social. “Costruiremo un muro in Nuovo Messico e in Texas, e ne costruiremo uno in Colorado, un muro magnifico, che funziona veramente, dove non si può passare né sopra né sotto”, ha assicurato in un comizio a Pittsburgh.

Anche nella sua folla di fan molti hanno cominciato a ridere, a scuotere la testa, a scambiarsi occhiate sornione. E in poche ore il muro in Colorado ha spopolato sui social, diventando un argomento trend per mettere alla berlina il tycoon e le sue “fake news”.

Tra i primi a replicare alla ‘svista’ di Trump il governatore democratico del Colorado: “Beh, è imbarazzante, il Colorado non confina con il Messico, per fortuna che il Colorado ora offre dei buoni corsi di scuola materna gratis, così i nostri bambini possono apprendere le basi della geografia”.

Il senatore dem Patrick Leahy ha deriso il tycoon postando una mappa modificata degli Usa, dove il New Mexico, che confina con la parte meridionale del Colorado, diventa Messico con un tratto di pennarello: lo stesso usato dal tycoon per cambiare su una carta geografica il percorso dell’uragano Dorian per dimostrare che poteva colpire anche la Louisiana.

“Ho fatto i miei esami Sat (esami necessari per accedere all’università, ndr) sull’estasi, e anche all’epoca sapevo dove era localizzato il Colorado”, ha twittato la comica Chelsea Handler. Pure gli utenti comuni si sono scatenati su Twitter. “Ummm, Colorado? Il Wyoming lo sta invadendo?”, ha chiesto un tizio. “É per tener fuori gli abitanti del Nebraska e quella gente fastidiosa del Wyoming?”, gli ha fatto eco un altro.

“Il dipartimento di geografia alla Trump University era fortemente sottofinanziato”, ha scritto sarcasticamente un altro ancora. “Tutto ciò che è quadrato e a ovest di New York è intercambiabile per lui”, si legge sulla piattaforma.

Trump ha cercato di fermare l’ondata di battute sostenendo che stava “scherzando”, che intendeva dire che del muro beneficeranno tutti gli Stati. Ma anche il suo involuto tweet di risposta è diventato bersaglio di battute: “I bots russi su Twitter sono più coerenti”, ha cinquettato un internauta.

Il tycoon non è nuovo alle gaffe geografiche, come “Nipple” al posto di Nepal e “Button” anziché Bhutan, dopo quella più nota di Nambia per Namibia, pronunciata all’assemblea generale dell’Onu.

Ma il suo campionario spazia anche nella storia, dai curdi “che non ci hanno aiutato nello sbarco in Normandia” al presidente Andrew Jackson “molto arrabbiato per la Guerra Civile” (che scoppiò 16 anni dopo la sua morte), sino all’esercito americano che prese il controllo degli aeroporti nel 1775, quando il primo volo al mondo fu effettuato in Usa solo nel 1903 grazie ai fratelli Wright.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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