Torna la speranza per un farmaco contro l’Alzheimer

Catherine Spaak nel film La vacanza di Enrico Iannaccone.
Catherine Spaak nel film La vacanza di Enrico Iannaccone. (ANSA)

ROMA. – Dopo oltre 400 fallimenti di sperimentazioni cliniche (arrivate anche in fase avanzata) su diverse molecole con potenziale azione contro l’Alzheimer e miliardi di dollari investiti su questo fronte, si riaccendono nuove speranze nella lotta alla demenza più diffusa che conta qualcosa come oltre 35 milioni di pazienti nel mondo (destinati al raddoppio nel prossimo futuro): l’azienda Biogen chiederà alla FDA (organo regolatorio statunitense sui farmaci) l’autorizzazione per il farmaco sperimentale ‘aducanumab’, un anticorpo specifico contro la proteina tossica ‘beta-amiloide”, da sempre principale indiziata nella demenza di Alzheimer.

È l’annuncio dato dalla stessa azienda, la quale inizialmente aveva gelato le tante aspettative riposte su questa molecola dovendo chiudere anticipatamente a marzo scorso due sperimentazioni cliniche in corso con aducanumab, a causa di risultati deludenti.

Ed era solo l’ultima di una triste serie di débâcle della ricerca in campo clinico per sconfiggere la demenza di Alzheimer: tra i farmaci potenziali su cui si è investito maggiormente negli ultimi anni si contano ad esempio ‘gantenerumab’, ‘bapineuzumab’ e ‘solanezumab’, tutti anticorpi diretti contro il peptide tossico beta-amiloide, ma meno potenti di aducanumab, e non sufficienti a cambiare il corso della malattia.

Eppure, dopo una nuova analisi di un ampio set di dati degli stessi trial sospesi sulla molecola, l’azienda ci ha ripensato e sostiene che ad un dosaggio maggiore l’anticorpo aducanumab effettivamente funziona, rallentando la progressione del declino mentale cui l’Alzheimer inesorabilmente condanna i pazienti.

“Siamo fiduciosi nella prospettiva di offrire ai pazienti la prima terapia che riduce il declino clinico dell’Alzheimer”, ha dichiarato l’amministratore delegato della statunitense Biogen Michel Vounatsos. L’azienda presenterà a breve alla FDA i documenti per chiedere l’autorizzazione all’uso del farmaco, per la quale ci vorranno 1-2 anni; e potrebbe affacciarsi anche verso le autorità regolatorie europee.

“Questo annuncio è importante perché aducanumab, se approvato dalla FDA, sarà il primo farmaco capace di rallentare l’Alzheimer”, sostiene in un commento all’ANSA Michele Vendruscolo Michele Vendruscolo, del dipartimento di chimica dell’Università di Cambridge ed esperto del settore.

“Altrettando importante è il fatto che aducanumab dimostra che intervenire sull’aggregazione del peptide beta-amiloide è un approccio terapeutico efficace – continua l’esperto. Questa dimostrazione aprirà la strada per lo sviluppo di altri composti ancora più potenti per l’Alzheimer e per altre malattie neurodegenerative, inclusi Parkinson e sclerosi laterale amiotrofica”.

“È interessante notare che l’abbandono iniziale di aducanumab fosse stato causato da un’analisi non accurata dei risultati dei test clinici – conclude Vendruscolo – ma considerando meglio i numerosi fattori complessi che hanno contributo a tali risultati, i ricercatori di Biogen sono riusciti a rivelare l’efficacia terapeutica del farmaco sperimentale”.

(di Paola Mariano/ANSA)