Migranti: non solo barconi, la speranza muore anche sui camion

Un gruppo di migranti si imbarca su un camion.
Un gruppo di migranti si imbarca su un camion. Archivio.

ROMA. – Soffocati, assiderati, morti di sete o stipati tra le merci e schiacciati all’interno dei tir: non è solo il Mediterraneo a inghiottire le speranze di chi fugge da miseria o guerre, ma anche camion, container e treni merci, quando non si muore sconfitti dal deserto o investiti sui binari o al bordo delle autostrade nell’estremo tentativo di arrivare, anche a piedi, alla meta.

Il dramma dei 39 migranti trovati morti in Inghilterra all’interno di un camion che gli investigatori ritengono provenire dalla Bulgaria non è purtroppo unico nel suo genere. Moltissimi i casi di morti isolate, e molte anche le stragi.

Ottobre 2018 – Stipati in un camion diretto a Smirne, in Turchia, muoiono 19 persone tra cui diversi bambini. Il mezzo si ribaltò per cause mai accertate.

Luglio 2018 – In Libia, più volte teatro di morti di migranti, oltre 90 persone, originarie dell’Africa subsahariana, ma anche del Bangladesh e del Pakistan, erano ammassate in un container frigorifero scoperto vicino a Zuwara: sei bambini e due adulti erano già morti, gli altri in condizioni critiche. Nel container normalmente utilizzato per il trasporto di pesce o carni, c’erano delle taniche di benzina, le cui esalazioni sono risultate fatali.

Giugno 2017 – Sono 44 i migranti, diretti in Libia, trovati morti di sete nel deserto del Niger dopo essere stati abbandonati su un camion in panne. Tra loro tre neonati, due bambini e 17 donne. Pochi giorni dopo sette africani muoiono stipati in un camion frigorifero chiuso ermeticamente e abbandonato dai trafficanti per due giorni sotto il sole del deserto libico. Erano con altre 28 persone, tra cui cinque donne, che si salvano.

Febbraio 2017 – A Khoms, un centinaio di chilometri a est di Tripoli, 13 migranti sono morti per soffocamento in un container trasportato da un tir. Tra loro due ragazzini, di 13 e 14 anni. Sopravvissute altre 50 persone stipate nel mezzo, per la maggior parte provenienti dal Mali, diretti in Italia.

Giugno 2016 – Sono 34 i morti, tra cui 20 bambini e 9 donne, trovati nel deserto del Niger al confine con l’Algeria, morti di sete dopo essere stati abbandonati dai trafficanti.

Agosto 2015 – In Austria, gli agenti della stradale trovano 71 cadaveri di migranti, tutti siriani, in un Tir abbandonato in una corsia d’emergenza dell’ autostrada, proveniente dall’Ungheria. Tra loro 8 donne e 4 bambini, uno di appena un anno.

Giugno 2015 – E’ l’Oim a segnalare 18 vittime decedute allo stesso modo nel deserto del Niger.

Febbraio 2015 – Non la sete, ma la mancanza d’aria è invece la causa della morte di 13 migranti africani trovati, con altri 70, in un container trasportato da un tir in Libia dopo almeno 4 giorni senza cibo nè acqua. Salva una bambina di cinque anni. Venivano dal Mali. Tra le vittime, due adolescenti.

Giugno 2000 – In un camion sbarcato a Dover, sulla Manica, la polizia britannica trova i cadaveri di 58 persone, poi identificati come migranti illegali cinesi. Arrestato in flagranza l’autista olandese.

Il mare Mediterraneo, ufficialmente, resta per i popoli in fuga la tomba più grande, ma già anni fa l’Oim sosteneva che con tutta probabilità il numero di migranti che muoiono tentando il viaggio via terra è di gran lunga superiore.

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