Gualtieri difende la manovra, archiviati flat tax e condoni

Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, in una immagine del 04 ottobre 2019.
Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, in una immagine del 04 ottobre 2019. ANSA/ETTORE FERRARI

ROMA. – Dietro l’angolo c’erano tagli lineari “per sei miliardi” e uno spread sempre più alto. E invece con la nascita del nuovo governo ci sono sei miliardi in più in manovra solo grazie alla riduzione dello spread e d’ora in poi “si può fare anche di più”. Lo dice in una inedita tappa di campagna elettorale, Roberto Gualtieri. Il ministro dell’Economia difende la sua prima legge di bilancio.

Lo fa da Orvieto e Terni, dove si spende per il Pd in vista delle regionali, e soprattutto nella lettera di risposta alle osservazioni della commissione europea anticipando così i contenuti della missiva che invia in serata. Le osservazioni di Bruxelles, rimarca, non smontano il testo ma provano che il governo si è preso tutta la flessibilità necessaria a fare una manovra “responsabilmente espansiva”.

E’ un percorso “più morbido” e “sostenibile”, spiega Gualtieri, quello indicato dall’esecutivo per la riduzione del debito: non si fa tanto quanto chiede l’Europa, per non avere effetti negativi sulla crescita. Ma con l’Ue il dialogo è “positivo”, la Commissione “non contesta” la manovra, chiede semplicemente “chiarimenti”.

Così il ministro, che prima di andare in Umbria incontra a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte, non solo può annunciare che è “praticamente pronto” il decreto fiscale ma è in fase di scrittura (“siamo ai dettagli”) la legge di bilancio, con l’obiettivo di inviarla la prossima settimana alle Camere. Su quei dettagli la maggioranza però discute ancora.

In serata Conte riceve a Palazzo Chigi, con il ministro Luciana Lamorgese e il capo della Polizia Franco Gabrielli, i sindacati di polizia e vigili del fuoco, che chiedono di fare molto di più per contratti e straordinari: si parla ad ora dell’ipotesi di 30 milioni aggiuntivi. Mentre Luigi Di Maio si fa paladino delle partite Iva (“La classe operaia di oggi”) contro ogni stretta alla flat tax al 15%.

Il regime forfettario è uno degli aspetti in via di definizione in vista della manovra, ma solo per quanto riguarda il tetto agli investimenti. Gualtieri non ha mai nascosto i suoi dubbi, anche se ha confermato la misura per gli autonomi che guadagnino fino a 65mila euro.

Ma del progetto complessivo di flat tax che aveva il governo gialloverde parla come di uno scampato pericolo: “Ho trovato un modello di governo fatto di condoni e flat tax che non è il futuro ma il passato”. Meno bonus, meno “misure spot” e “un disegno di Paese per i prossimi tre anni”, promette il ministro.

Passati i tempi di “Papeete e minibot”, il calo dello spread per la “serietà e credibilità” del governo ha già fruttato “un dividendo” da sei miliardi. Mentre sono 3 i miliardi attesi dalla lotta all’evasione, con l’obiettivo di aggredire sempre più la cifra monstre di 109 miliardi di nero.

Che la direzione scelta convinca l’Ue e i mercati sembra dimostrarlo anche Moody’s. “L’economia italiana è in stagnazione” ma gli obiettivi di crescita e i saldi della manovra ora sono “più cauti e realistici”, afferma l’agenzia di rating. E prevede con l’Ue “un compromesso senza scontro”.

Lo scontro è sempre dietro l’angolo, invece, nella maggioranza. Italia viva, nonostante le rassicurazioni del Pd, è in allarme per la riduzione dei fondi per il bonus diciottenni che dimezzerebbe l’assegno. E il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti lancia il suo allarme: “Sono personalmente preoccupato perché le risorse per la scuola, l’università e la ricerca sembrano essere poche e mi auguro che aumentino”, dichiara.

Se si sommano le richieste di abolire sugar tax e gli aumenti della cedolare secca, di aumentare le risorse per il comparto sicurezza, il percorso della manovra in Parlamento si annuncia meno facile del dialogo con l’Ue.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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