“L’impeachment un linciaggio”, bufera sul tweet di Trump

La telefonata di Trump al presidente ucraniano Volodomiro Zelensky fu il punto di partenza al "Ucraniagate". (Em Internacional)

WASHINGTON.  – “L’indagine per l’impeachment è un linciaggio contro di me”. É primo mattino e Donald Trump, come di consueto, lancia l’ennesima bordata di tweet attaccando i democratici e rinnovando l’appello ai repubblicani a mantenere unito il fronte a difesa del presidente.

Ma stavolta si spinge oltre, e paragona la sua situazione a quella delle vittime di una delle pagine più buie della storia americana. Una lunga scia di sangue causata da un razzismo brutale e violento di cui, ancora alla fine degli anni ’60, fecero le spese migliaia di afroamericani barbaramente uccisi.

Così bastano pochi minuti e sulle parole incaute del presidente si scatena l’ennesima bufera. L’indignazione della comunità dei neri d’America invade i social, le tv, e scuote il Congresso, dove si parla di “paragone scandaloso” e di “ignoranza della storia” da parte del presidente.

I democratici accusano Trump di essere ricorso a un confronto “vergognoso”, ma anche molti responsabili repubblicani prendono le distanze dalla nuova sparata di un tycoon sempre più fuori controllo. “Parole del tutto inappropriate”, sentenzia il numero due del partito al Senato, John Thune.

Insomma, oltre all’imbarazzo per la Casa Bianca, il fronte degli alleati politici del presidente viene nuovamente messo a dura prova dallo stesso tycoon, in un momento delicatissimo dove la tenuta della maggioranza repubblicana in Senato appare in bilico in vista del sempre più probabile processo al presidente.

Col caso Siria che sta diventando un boomerang per Trump, e lo stesso leader della maggioranza in Senato, Mitch McConell, che chiede lo stop del ritiro delle truppe Usa dal Paese.

Nel controverso tweet il presidente americano fa riferimento al linciaggio per accusare i democratici che, a suo dire, con spirito giustizialista gli negano un giusto processo e la possibilità di esercitare i propri diritti. “Sta comparando un processo costituzionale con le sistematiche torture che hadovuto subire gente che ha lo stesso colore della mia pelle?”, si chiede su Twitter Karen Bass, presidente dei deputati afroamericani.

Le fa eco Kristen Clark, presidente della Commissione per i diritti civili: “Un linciaggio? 4.743 persone sono state linciate negli Stati Uniti tra il 1882 e il 1968, di cui 3.446 afroamericani. Il linciaggio è un crimine contro l’umanità!”.

Dura la reazione anche dei candidati democratici alla presidenza di origini afroamericane. “Il linciaggio è una macchia nella storia del nostro Paese, proprio come questo presidente”, attacca la senatrice Kamala Harris. Mentre CoryBooker sottolinea come “il linciaggio è un atto di terrore usato per affermare la supremazia bianca. Provaci ancora!”, la sua sfida al tycoon.

Intanto dalle testimonianze in Congresso emergono altri sviluppi sull’Ucrainagate, tanto che sfuma l’obiettivo dei democratici di votare alla Camera entro la fine di novembre: troppo lavoro ancora da fare. Dal racconto di George Kent, sottosegretario al Dipartimento di stato responsabile per l’Ucraina, è emerso come Trump sia stato influenzato non solo da Vladimir Putin ma anche dal premier ungherese Viktor Orban.

Entrambi, il primo in una telefonata dello scorso 3 maggio, il secondo in visita alla Casa Bianca il 13 maggio, convinsero il tycoon che davvero Kiev avesse tentato di minare la sua corsa alla presidenza nel 2016.

“Gli ucraini sono gente terribile, corrotta, hanno provato a farmi fuori”, avrebbe detto Trump il 23 maggio ai suoi uomini di ritorno dalla cerimonia di insediamento del nuovo presidente ucraino Volodymir Zelensky. Insistendo sulla necessità di fare pressioni sul nuovo governo di Kiev per indagare i suoi avversari politici.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)