L’ottobre nero di Wall Street, novant’anni fa il crack

Schermo gigante con l'immagine del presidente Donald Trump annunciando le riforme economiche, sullo sfondo schermi con i valori della borsa.
Schermo gigante con l'immagine del presidente Donald Trump annunciando le riforme economiche, sullo sfondo schermi con i valori della borsa. ()Immagine d'archivio)

NEW YORK. – Un crollo indimenticabile che aprì la strada a uno dei periodi più bui dell’economia mondiale: la Grande Depressione. A novanta anni di distanza dal giovedì e martedì nero di Wall Street il ricordo è ancora vivo. Ed è viva soprattutto la paura del ripetersi di un crack che sembra indelebile nella memoria.

Una paura che nel 2008 sembrò una realtà vicina, da toccare quasi con mano. A dieci anni di distanza, e dopo miliardi iniettati nell’economia, la crisi dei subprime è stata superata anche se alcune ferite sono ancora aperte. Quello che non è passato è una paura che continua ad aleggiare e a far tremare solo al pensiero.

Tutto è iniziato quella volta il 24 ottobre del 1929, salito alle cronache come il ‘giovedì nero’ che mise fine alla crescita dei ‘ruggenti anni ’20’. Nonostante gli avvertimenti di alcuni economisti, molti ritenevano che la corsa dell’economia e di Wall Street potesse durare all’infinito. D’altronde solo il mese precedente i listini americani avevano aggiornato i loro record storici, con il Dow Jones volato a 381,17 punti il 3 settembre.

Poi il 24 ottobre il grande crollo: sulla scia del tonfo del London Stock Exchange, Wall Street aprì subito in calo dell’11%. A pesare era il comportamento degli speculatori che in Europa avevano iniziato a realizzare come i prezzi fossero troppo alti e la produzione iniziasse ad indebolirsi.

Nel tentativo di fermare il crollo un piccolo gruppo di ‘maghetti della finanza’, inclusi i numeri uno di Morgan Bank e Chase National Bank, si accordarono per un’iniezione di liquidità sul mercato per cercare di sostenerlo, in uno sforzo simile a quello che fermò il panico del 1907.

La misura funzionò, almeno in termini di contenimento delle perdite: Wall Street chiuse in calo del 6%. Il giorno successivo, venerdì, i listini rassicurati chiusero in rialzo. Ma si trattò solo di un fuoco di paglia. Lunedì 26 ottobre 1929 i mercati erano di nuovi in caduta libera. E il lunedì nero si trasformò in un martedì nero, con un panico incontrollato e senza fine che spazzò via, in poche ore, migliaia di investitori mandando in fumo miliardi di dollari.

Più di 16 milioni di azioni passarono di mano: il Dow Jones perse il 12%. I giganti dell’industria finanziaria scesero nuovamente in campo ma nonostante i significativi acquisti di titoli da parte della famiglia Rockefeller e di altri big, Wall Street registrò il crollo maggiore della sua storia.

Da lì si aprì un periodo nero, la Grande Depressione degli anni Trenta: una recessione che ha devastato l’intera economia bruciando 15 milioni di posti di lavoro, con un tasso di disoccupazione che toccò il 30%, e fatto saltare il sistema finanziario: nel 1933 quasi la metà delle banche americane era fallita. Una paura che, da allora, non ha mai più abbandonato gli investitori e l’economia.

La crisi del 2008 lo ha ribadito, quella europea del 2012 lo ha confermato. E ora si teme che i centinaia di miliardi di dollari iniettati dalle banche centrali possano creare una nuova bolla e una nuova crisi finanziaria. la paura è che la nuova cavalcata di Wall Street possa nuovamente interrompersi rovinosamente.

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