Zingaretti cambia lo statuto del Pd e cerca alleanza con M5s

Il Segretario del Pd, Nicola Zingaretti, durante un comizio.
Il Segretario del Pd, Nicola Zingaretti, durante un comizio. (ANSA)

ROMA. – Il Pd mette nel baule dei ricordi il Lingotto e la vocazione maggioritaria, anche a livello di Statuto, prendendo atto dell’attuale tripolarismo, e scommettendo sulla possibilità che la comune esperienza di governo con M5s possa generare una progressiva condivisione di futuri obiettivi politici, e quindi anche una alleanza organica, che dia vita a un “campo progressista, civico e democratico” che sia alternativo al sovranismo di Salvini.

E’ il senso delle decisioni prese dalla Direzione del Pd, con il segretario Nicola Zingaretti che ha anche preannunciato una “segreteria” unitaria, con l’allargamento quindi della attuale maggioranza a quella che era la minoranza di Lorenzo Guerini e Luca Lotti.

Zingaretti è partito assicurando che i Dem staranno al governo “con spirito unitario e lealtà, ma senza subalternità” con M5s. Quindi un rapporto conflittuale, come è stato quello tra M5s e Lega? Assolutamente no. “Non illudiamoci – ha spiegato – che si possa governare insieme solo per resistere a Salvini. Non possiamo rimanere fermi nella contemplazione di ciò che ci divide o peggio esaltare queste differenze in litigi continui. Occorre piuttosto prendere atto che queste due forze insieme rappresentano il 40 per cento dell’elettorato italiano. Un possibile campo alternativo al centrodestra”, che sia “progressista, civico e democratico”.

Un campo, ha messo in guardia il segretario Dem, che ora “non esiste nel Paese”, ma su cui “investire” per poter “parlare alla società italiana”, che consenta al Pd di superare la “la situazione di debolezza e solitudine” in cui si trovava.

Coerentemente con questa impostazione si dovrà mettere mano allo Statuto del Pd veltroniano, nato prima della grande crisi economica, figlio dei tempi in cui c’era il bipolarismo e i Dem aspiravano a interpretare il campo riformista-progressista da soli. Maurizio Martina, che guida l’apposita Commissione ha illustrato le modifiche che dovranno essere approvate dall’Assemblea nazionale, forse già a novembre: il segretario, che continuerà ad essere eletto con primarie aperte, non sarà più automaticamente il candidato premier, visto che questo andrà deciso assieme agli alleati.

E poi nasce l’iscrizione on line che porrà fine al controllo delle correnti sul tesseramento, così come sarà attivata una piattaforma digitale su cui iscritti e elettori potranno proporre, discutere o votare nelle consultazioni on line. Oltre ai circoli e al web, il terzo pilastro saranno i sindaci che avranno una loro Assemblea nazionale, e su cui Zingaretti punta per riallacciare il Pd con il tessuto sociale.

In questo sforzo di ridefinizione del profilo del Pd, Zingaretti ha pure annunciato l’azzeramento della segreteria e l’avvio di una nuova che sarà “unitaria” con l’ingresso di Base Riformista, cioè l’area di Guerini e Lotti. “Non credo più corretto usare i termini maggioranza e minoranza” ha detto Zingaretti che non esclude in primavera un congresso straordinario solo tematico, visto che la sua leadership appare solida quanto nessun segretario del Pd prima di lui.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)