Cade il muro, a Teheran prima partita aperta alle donne

Tifose iraniane assistono gioiose dopo 40 anni ad una partita di pallone della Nazionale contra la Cambogia allo stadio Azadi di Teheran. (Ilmessaggero.it)l

ROMA. – La partita tra Iran e Cambogia per le qualificazioni ai Mondiali 2022 si è conclusa con un eclatante 14 a 0 della nazionale persiana, ma ci sono anche altre 3.500 vincitrici che non stanno nella pelle. Sono le tifose che per la prima volta, dalla rivoluzione islamica del 1979, hanno potuto mettere piede in uno stadio per assistere al match dell’equipe del cuore.

Erano confinate in un settore riservato lontane dagli spettatori maschi, protette dalla polizia femminile, con i biglietti contingentati e il velo sui capelli, ma la gioia è stata incontenibile.

E nello stadio Azadi di Teheran si è consumata una rivoluzione, anche se con l’autorizzazione degli ayatollah. Che avrebbero fatto volentieri a meno di vedere le tifose avvolte nelle bandiere verdi, bianche e rosse incitare la ‘loro’ nazionale tra un selfie e l’altro, ma hanno dovuto cedere alle pressioni della Fifa, che aveva minacciato di escludere la Repubblica islamica dalle competizioni internazionali se gli stadi avessero continuato ad essere off limits per le donne.

In realtà qualche privilegiata in passato era stata ammessa nel tempio calcistico di Teheran, ma sempre su invito e dopo rigorosa scrematura. Stavolta invece i biglietti erano in vendita, sia pure con un tetto.

“Libertà senza selezione” ha titolato il quotidiano riformista Sharq. E le tifose di ‘Tim-é melli’ (la Nazionale, in lingua Farsi) hanno esaurito i posti con largo anticipo. Lontani i tempi di Offside, il film di Jafar Panahi che nel 2006 raccontava i sotterfugi e le disavventure di un gruppo di ragazze costrette a travestirsi da maschi per tentare di entrare allo stadio. Ma la strada è ancora lunga.

La svolta non riguarda infatti le squadre di club, dai cui incontri le donne sono ancora bandite: l’apertura del presidente Hassan Rohani, annunciata il mese scorso dal ministro dello Sport Masoud Soltanifar, è valida solo per le partite internazionali.

Si tratta comunque di un passo avanti, dopo la tragica morte della “ragazza in blu” – come chiamavano sui social Sahar Khodayari, dal colore della sua squadra del cuore, l’Esteghlal di Teheran – che si è data fuoco il mese scorso per non tornare in carcere dopo essere stata scoperta in mezzo agli uomini sulle tribune.

Il tecnico dell’Esteghlal, l’italiano Andrea Stramaccioni, ha ricordato che la vicenda di Sahar “è stato un grandissimo dolore per tutti” e che il ‘doppio’ risultato di oggi – in porta e sugli spalti – è “una grande vittoria, per l’Iran e per tutto il calcio mondiale”.

“La passione, la gioia e l’entusiasmo mostrati oggi sono stati straordinari da vedere e ci incoraggiano ancora di più a continuare il percorso che abbiamo iniziato – ha commentato il presidente della Fifa, Gianni Infantino -. La storia ci insegna che il progresso arriva per gradi e questo è solo l’inizio di un viaggio. Ora non è più possibile arrestarsi o tornare indietro”.

(di Eloisa Gallinaro/ANSA)