Clima: Studio punta il dito su colossi degli idrocarburi

La rafinería de Jamnagar di Reliance Petroleum, nella India, considerata la piu grande del mondo. (elperiodicodelaenergia.com)

LONDRA. – Ci sono tutti o quasi tutti i giganti mondiali degli idrocarburi fra i 20 maggiori produttori dei gas serra che inquinano l’atmosfera e che molti scienziati mettono in relazione diretta con i cambiamenti climatici.

Lo rivela il Guardian pubblicando una lista – peraltro in parte contestata da alcune delle compagnie in questione – stilata sulla base delle analisi di Richard Heede, ambientalista e ricercatore presso il Climate Accountability Institute americano.

La lista conteggia il contributo attribuito a ciascuna società nelle emissioni di anidride carbonica su un totale quantificato in 480 miliardi di tonnellate per l’intero settore: oltre un terzo dell’ammontare planetario stimato fra il 1965 e il 2017.

E vede nettamente in testa la holding statale saudita Saudi Aramco, con una quota d’inquinamento pari a 59,26, seguita dall’americana Chevron, dalla russa Gazprom e dall’americana ExxonMobil tutte oltre il livello 40.

Ci sono poi l’iraniana National Iranian Oil Co, la britannica BP, l’anglo-olandese Royal Dutch Shell indicate sopra quota 30, con a ruota aziende statali o private di altri Paesi (India, Cina, Venezuela, Francia, Emirati, Kuwait, Iraq, Brasile, ancora Usa e così via).

Heed accusa questi colossi di corresponsabilità nella “grande tragedia” che incombe su miliardi di abitanti della Terra. E d’essere stati a conoscenza dei rischi a partire “da fine anni ’50”, ma d’averli “deliberatamente ignorati” sabotando talora le contromisure.

Sette delle 20 compagnie hanno tuttavia replicato al Guardian di non poter essere ritenute direttamente colpevoli dell’uso fatto dai consumatori di petrolio, gas o carbone estratti; o negando che l’impatto delle emissioni sia noto da 60 anni; o ancora smentendo azioni collettive delle industrie per ritardare risposte economicamente svantaggiose per loro.

Lascia un commento