“Milano al centro, nel mondo per consolidare”

Un stand nel Salone del Mobile 2019 di Milano. ( ANSA)

MOSCA. – “Milano è e sarà sempre il centro creativo, il centro dell’innovazione, dove noi presentiamo le novità al mondo”. Il presidente del Salone del Mobile e patrón di Kartell, Claudio Luti, non ha dubbi e non vede conflitti di interesse nei “saloni itineranti” che da Milano portano il design italiano in mercati importanti come la Cina e la Russia, dove il Salone è arrivato alla sua 15esima edizione.  La regola in questo senso è ferrea: “Mai infrangere il pathos del Salone”.

“A Milano – spiega a colloquio con la stampa italiana a Mosca – riusciamo a coagulare le forze del sistema, abbiamo un record di visite e i cinesi e i russi sono peraltro primi e secondi per quanto riguarda la classifica delle nazionalità: è la manifestazione più interessante a Milano e forse anche d’Italia e finché c’è questo pathos, questa energia, Milano resterà la capitale mondiale del design, siamo in testa e non dobbiamo perdere questo riconoscimento”.

Che poi naturalmente è cruciale anche per fare business. Detto questo, alcuni territori sono “talmente grandi” – Russia e Cina, per l’appunto – che un secondo avvenimento “serve per migliorare i rapporti”, mostrare “che ci crediamo, che investiamo”.

Ecco perché ha senso tornare a Mosca per la 15esima volta. Le sanzioni, anche se non hanno colpito direttamente il settore, hanno creato un “problema psicologico” che non aiuta, “i distributori hanno delle paure e iniziano ad esserci delle produzioni locali che prima non c’erano”.

E sul tema “trendy” della localizzazione come metodo per aggirare dazi e nuove forme di protezionismo Luti non ha dubbi: “la localizzazione nel nostro settore viene usata solo per abbattere i costi e non per acquisire nuovi mercati… e poi l’anima dell’innovazione debe restare all’interno della nostra filiera, che deve essere protetta e non è esportabile”.  Insomma, certe aree del “Made in Italy” non possono che continuare ad essere prodotte in Italia.

Certo, oltre ai successi innegabili per il design italiano, che nel Salone del Mobile ha trovato un format originale con cui incantare il mondo (portandolo a Milano), ci sono anche delle zone meno brillanti su cui riflettere, come ad esempio “la distribuzione”, settore in cui l’Italia “non eccelle”.

Arrivando al paradosso. Il Paese dell’artigianalità e dell’eccellenza non è stato in grado di “andare nel mondo”, così come hanno fatto gli svedesi con Ikea o, più recentemente, i francesi con la Maisons du Monde. “Distribuire – nota Luti – però è un altro mestiere: noi in compenso abbiamo la possibilità di fare sperimentazione”.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)

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