Schiaffo Usa a Pechino, altri 28 nella lista nera

Il fermo immagine tratto da un video diffuso dalla Cnn mostra uomini in fila in divisa da carcerati con una benda sugli occhi e le mani legate dietro la schiena, 7 ottobre 2019. (Italian News Plataform)

WASHINGTON, 8 OTT – Nuovo schiaffo dell’amministrazione Trump a Pechino. Si allunga infatti la lista nera delle aziende e istituzioni cinesi che subiranno il trattamento riservato ad Huawei: non potranno più acquistare componenti o fare affari negli Usa.

É la risposta immediata al video shock che ha fato il giro del mondo, quello dei prigionieri uiguri bendati, incatenati e con le mani legate nella regione cinese dello Xinjiang. Non a caso tra le 28 nuove entità a finire nella black list non ci sono solo organismi governativi, ma anche società hi-tech quasi tutte attive nel settore della sorveglianza, accusate di avere un ruolo nella “brutale repressione” perpetrata nei confronti delle minoranze etniche e musulmane: gli uiguri di lingua turca ma anche i kazaki.

Queste aziende sono complici nell’abuso dei diritti umani, sottolinea il Dipartimento al comercio americano, che definisce “intollerabili” la politica di  detenzioni arbitrarie di massa e un sistema di sorveglianza invasivo e repressivo.

Furiosa la reazione di Pechino: “Si tratta di accuse senza fondamento”, ha detto il portavoce del ministero degli esteri Geng Shuang: “Questo atto viola seriamente le norme di base dei rapporti internazionali, interferisce negli affari interni della Cina e danneggia gli interessi del nostro Paese”.

Ma la vera vittima di questo nuovo affondo voluto dalla Casa Bianca rischia di essere solo una: il dialogo per arrivare a all’auspicato accordo commerciale tra Usa e Cina che ponga fine alla guerra dei dazi e scacci le nubi di una nuova crisi economica mondiale.

Un accordo che, poco prima l’annuncio delle nuove sanzioni, il presidente americano era tornato a definiré non solo possibile ma vicino, con la delegazione di Pechino pronta a sbarcare a Washington per la ripresa dei negoziati.  Ora tutto torna più che mai in salita e Wall Street reagisce male,così come male reagiscono le Borse europee che chiudono tutte in rosso.

Nel dettaglio tra le aziende colpite dall’ordinanza Usa ci sono due colossi cinesi nel settore della videosorveglianza, Hikvision e Dahua Technology, oltre alle startup specializzate nel riconoscimento facciale e vocale SenseTime, Megvii Technology, e iFlytek. Insomma, un duro colpo nel campo  dell’intelligenza artificiale e della sorveglianza su cui Pechino sta puntando moltissimo con l’ambizione di acquisire una indiscussa leadership mondiale.

Proprio come nel caso Huawei per le reti mobili di nuova generazione 5G, che tanto spaventano l’America che sente minacciata la sua sicurezza nazionale.

“Questa decisione avrà un impatto negativo anche sui nostri partner americani e sull’economia americana”, si difende intanto il gruppo Hikvision.

E molti negli Usa sono gli osservatori che la pensano così, considerando la linea portata avanti dall’amministrazione Trump incoerente anche sul fronte della denuncia dell’abuso dei diritti umani: basti guardare all’atteggiamento defilato di Washington nei confronti delle proteste di Hong Kong, col sospetto che Trump abbia promesso a Xi Jinping il silenzio in cambio di un cedimento cinese sul fronte dei negoziati commerciali.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

 

Lascia un commento