Mosca sorpresa dai turchi, ma Putin tesse la tela

Una squadra militare turca entra nella provincia di Idlib nel nord della Siria in agosto scorso, nell'ambito di una operazione militare contro i curdi. (Rojava Asadi)

MOSCA. – Mosca è rimasta sorpresa dalla mossa turca in Siria e – perlomeno pubblicamente – ribadisce di non esserne stata messa a conoscenza in anticipo, né da Ankara né tantomeno dagli Usa.

E la sensazione, dopo un giro di contatti con diverse fonti, è che sia davvero così. La scaletta degli eventi lo conferma, con l’annuncio avvenuto proprio mentre Vladimir Putin si godeva qualche giorno di relax in Siberia in occasione del suo 67esimo compleanno.

Ma lo zar oggi è di nuovo sulla palla e al suo rientro lo attende una riunione con il Consiglio di Sicurezza russo, convocato (guarda caso) proprio nel pieno delle turbolenze siriane.

Mosca ormai ricopre un ruolo chiave nell’area in quanto perno della triplice alleanza con Ankara e Teheran chiamata a stabilizzare il Paese dopo anni di guerra, migliaia di morti e milioni di profughi. Il mantra del Cremlino, in questa fase, è chiedere “il rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale” della Siria, compreso alla Turchia.

Con un postilla. La Russia, ha dichiarato il portavoce di Putin, capisce che l’alleato turco possa avere la necessità di garantire “la propria sicurezza”. Ma, naturalmente, c’è modo e modo di farlo. Peraltro, con il disimpegno degli Usa nell’area, per Mosca si aprirebbero anche delle opportunità. E dunque la massima attenzione è rivolta al procedere degli eventi.

Stando all’esperto del Club Valdai Andrei Bystritsky, se è vero che il ritiro degli americani dal nord-est della Siria “molto probabilmente comporterà dei problemi ai curdi” è troppo presto però per dire che “Washington li ha traditi”. Lo scacchiere è complesso e Mosca si sta già muovendo.

Il ministro degli Esteri Serghei Lavrov l’altro ieri era in Iraq e ha visto anche il premier del Kurdistan iracheno, Masrour Barzani. Suo padre, capo del Partito Democratico del Kurdistan (KDP) ed ex presidente della regione autonoma, Masoud Barzani, a Lavrov ha già chiesto di “impegnarsi” per proteggere i fratelli siriani. Lavrov proprio oggi ha sentito al telefono il suo omologo turco Mevlut Cavusoglu per “un’approfondita discussione sul nord-est siriano”.

Il Cremlino ha come principale obiettivo di non ostacolare i lavori del neonato comitato costituzionale siriano e su questo punto è disposto a spendersi. Putin è atteso a breve in Arabia Saudita per la sua visita di Stato che culminerà nell’incontro con Mohammad bin Salman.

Sul tavolo ci saranno tanti temi. I prezzi del petrolio, senz’altro. Ma pure i rapporti tesi con l’Iran, storico partner russo: il capo dell’Opec, Mohammed Barkindo, ha detto chiaramente che il cartello “si affida a Putin” per svolgere il ruolo di mediatore.

Insomma, se Trump del Medio Oriente se ne lava le mani, Putin è ben disposto invece a ficcarle nei luoghi giusti. E, visti i rapporti personali che ha con tutti i leader coinvolti nel risiko siriano, sta già un bel pezzo avanti.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)

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