Battesimi e matrimoni, in Amazzonia celebrano le suore

Suore missionarie di San Pietro Claver in Brasile.
Suore missionarie di San Pietro Claver in Brasile.

CITTA’ DEL VATICANO. – I sacerdoti sono pochi, pochissimi se si considera la vastità della regione amazzonica, e allora le suore si sono letteralmente rimboccate le maniche e hanno deciso di salire il gradino dell’altare, almeno fino al punto in cui è loro consentito dalla Chiesa.

Lo ha raccontato ai giornalisti, a margine del Sinodo, una missionaria, suor Alba Teresa Cediel Castillo. “Amministriamo i battesimi, quando il sacerdote non può essere presente a causa delle enormi distanze, e anche i matrimoni. Se qualcuno si vuole sposare, c’è la possibilità che lo facciamo noi. Se una persona viene in chiesa e chiede di confessarsi, noi l’ascoltiamo, anche se non possiamo chiaramente dare l’assoluzione. Comunque ascoltiamo con umiltà. Siamo vicine anche a quelle persone che si trovano a contatto con la morte”, aggiunge.

La domenica, visto che il sacerdote non c’è e che la messa non può essere celebrata, sono le religiose a radunare i cattolici dei villaggi per la lettura comunitaria del Vangelo. Tutte celebrazioni, queste, che di fatto non richiedono la presenza indispensabile del sacerdote. Ma che in altre latitudini, come la nostra Europa, sono difficili da immaginare senza la presenza di un prete.

Una terra, l’Amazzonia, sostenuta dunque dalle suore e dalle donne delle comunità indigene che, come ha detto la missionaria, “sono una presenza costante”. Le religiose che vivono in Amazzonia si occupano di una marea di cose: l’istruzione dei piccoli, l’assistenza sanitaria, il sostegno ai progetti delle donne locali.

Non è un caso che tra i temi aperti del Sinodo non c’è solo quello di affidare il ministero sacerdotale a uomini sposati delle comunità locali ma anche quello di valorizzare il ruolo femminile “con un ministero adatto alle donne dirigenti di comunità”, come ha detto il cardinale brasiliano Claudio Hummes. In questo contesto in cui le donne, religiose e non, hanno un ruolo indispensabile, diventa ancora più difficile comprendere il loro ruolo subalterno, per esempio all’interno di questo Sinodo dei vescovi, dove non hanno diritto di voto.

“Ci arriveremo, piano piano, poco a poco”, dice con ottimismo suor Alba Teresa. D’altronde lei ha abbracciato una congregazione fondata da una suora, Laura Montoya, che nel lontano 1914, ruppe tutti gli schemi per stabilirsi nel cuore della foresta amazzonica e vivere al fianco degli indigeni. A distanza di un secolo le sue suore sono presenti in sei dei nove Paesi toccati della regione amazzonica.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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