Champions: Rabbia Conte, rigore negato, ko non meritato

Lautaro Martinez, autore della rete dell'Inter, va via al difensore Piqué. (Marca)

MILANO. – C’è tanta amarezza nella voce di Antonio Conte al termine della sconfitta contro il Barcellona. Il tecnico dell’Inter è arrabbiato, credeva di poter portare a casa punti e la prova della sua squadra probabilmente meritava almeno un pari.

Ma nel mirino di Conte c’è soprattutto l’arbitro: ”Ho visto delle situazioni indirizzate nella giusta. Tante cose che non mi sono piaciute. Non mi va di parlarne. É una sensazione che abbiamo avuto in panchina fin dall’inizio. Non mi è piaciuta. Sulla loro casacca c’è scritto “rispetto” e loro devono avere rispetto per chi viene qui e gioca a calcio. Il rispetto deve essere reciproco”.

L’episodio più importante è il rigore non dato, e non rivisto al var, su Sensi nel secondo tempo dopo un contrasto con Arthur.

”Nel secondo tempo c’è stata situazione che ha cambiato partita – dice in conferenza – fino al 65′ avevamo ribattuto colpo su colpo. Infatti abbiamo avuto opportunità di avere chance importante con il rigore, situazione a mio avviso molto molto dubbia. Sul ribaltamento c’è stato il pareggio del Barcellona e lì’ poi penso che ci siamo abbassati troppo. Mi porto dietro una sensazione di amarezza. É un arbitro internazionale d’esperienza – continua l’allenatore – che ha arbitrato l’ultima finale di Champions e non può farsi condizionare dal Camp Nou. Non è cercare un alibi ai miei ragazzi è una sensazione”.

Conte ha poco, pochissimo, da recriminare alla sua squadra. L’Inter per più di un tempo ha sfiorato il sogno di tornare a vincere al Camp Nou dopo il successo del ’69. ”La partita è stata ben giocata. Abbiamo dimostrato di poterli mettere in difficoltà. Nel primo tempo dovevamo ammazzare la partita, capitalizzare. Mi viene difficile parlare in termini positivi quando si perde, la sconfitta la soffro. I ragazzi hanno dato tutto ma quando si perde devono capire che si deve migliorare. La situazione è compromessa in Champions e dobbiamo essere arrabbiati. Ora ci lecchiamo le ferite”.

Perché domenica c’è la Juventus e in palio c’è il primo posto della classifica.

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