Ius culturae riparte. M5s cauto, Fi si spacca

Un momento della manifestazione con presidio permanente a favore della proposta di legge "IUS SOLI" sulla cittadinanza a chi nasce e studia in Italia, Piazza Castello a Torino
Un momento della manifestazione con presidio permanente a favore della proposta di legge "IUS SOLI" sulla cittadinanza a chi nasce e studia in Italia, Piazza Castello a Torino, 20 ottobre 2017. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

ROMA. – Lo ius culturae ha ripreso il proprio iter parlamentare in Commissione affari costituzionali della Camera, dopo una sospensione di un anno. Il passo avanti se da una parte è sostenuto da Pd e Leu, dall’altra fa emergere una cautela da parte di M5s, con posizioni articolate tra chi appoggia la legge e chi non la ritiene una priorità.

Nel centrodestra Giorgia Meloni si intesta la battaglia contro la riforma della cittadinanza mentre dentro Forza Italia Renata Polverini, portavoce dell’ala liberal favorevole alla legge, si autosospende in polemica con il gruppo.

La proposta di legge, a prima firma Laura Boldrini, riprende quella approvata dalla sola Camera nella scorsa legislatura, ed è un mix di ius soli e ius culturae. Il testo, incardinato in Commissione in quota minoranza nell’ottobre 2018, aveva come relatore Roberto Speranza. Questi è divenuto ministro e il presidente della Commissione, Giuseppe Brescia (M5s), ha ripreso per sé il ruolo di relatore.

Nella seduta della Commissione Brescia ha annunciato la presenza di altri due ddl, da abbinare a quello di Boldrini: uno di Matteo Orfini, assai simile al primo, ed uno di Polverini, con il solo ius culturae. Si procederà ora con le audizioni a partire da Anci e Unicef. Brescia ha detto che non si correrà, e anche Federico Fornaro (Leu) ha invitato a “non avere ansie di prestazioni”.

Si tratta infatti di avere un percorso che faccia approfondire il tema nel dibattito anche pubblico. Brescia, vicino al presidente Roberto Fico e impegnato a favore dell’integrazione, ha auspicato, che la Camera dia “risposte di buonsenso” alle “legittime istanze” di chi chiede l’approvazione dello ius culturae. Ma Vittoria Baldino, anch’essa M5s, ha spiegato che lo ius culturae, non presente nel programma elettorale del Movimento, “non è una priorità” e va quindi sottoposto al voto di Rousseau.

Una frattura si è verificata in Forza Italia. Il capogruppo Francesco Paolo Sisto ha chiesto lo stop del ddl di Polverini, e questa ha annunciato l’autosospensione dal gruppo: “il partito ha smarrito lo spirito liberale e riformista delle origini”. Meloni, che ha lanciato una raccolta di firme contro la legge, ha affermato che essa non deve essere approvata in questa legislatura perché violerebbe “la sovranità popolare” dato che “i partiti che la sostenevano, alle elezioni hanno preso solo il 20”.

“Una teoria costituzionale stravagante” ha ironizzato Stefano Ceccanti del Pd, che con Barbara Pollastrini ha ribadito che la legge “è una priorità”.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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