Russiagate, Barr a Roma ha ascoltato i nastri di Mifsud

Il misterioso professore maltese Joseph Mifsud, sparito dal 2016 e vincolato con l'intelligence russa. (washingtonpost.com)

WASHINGTON.  – Donald Trump chiede e ottiene aiuto dall’Italia nella contro inchiesta sulle origini del Russiagate, lanciata per screditare l’ex procuratore speciale Robert Mueller nella convinzione che ci sia stato un complotto dei servizi segreti occidentali, d’intesa con il “deep state”, per farlo dimettere nel caso fosse stato eletto nel 2016.

Nel suo recente viaggio a Roma, infatti, l’attorney general William Barr e il procuratore John Durham, incaricato della contro inchiesta, hanno incontrato i vertici dei nostri servizi segreti. E, come rivela il DailyBeast, hanno ascoltato un nastro registrato del 2017 in cui il misterioso professor Joseph Mifsud, figura chiave di tutta la vicenda, spiega perché teme per la sua incolumità e chiede protezione alla nostra polizia.

Prima di scomparire dall’ateneo dove insegnava, la Link University fondata dall’ex ministro degli Interni Vincenzo Scotti, “legata – scrive il DailyBeast – all’intelligence occidentale” e frequentata anche da alcuni esponenti del M5s, come l’ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta.  A Barr e Durham sarebbero inoltre state mostrate altre prove che gli italiani hanno su Mifsud.

Una collaborazione che molti ritengono impensabile senza l’autorizzazione del premier Giuseppe Conte (che ha la delega per i servizi), alla vigilia della visita del segretario di Stato Mike Pompeo a Roma sullo sfondo dei temuti dazi americani sull’agroalimentare italiano.

Per questo all’interno del Copasir è stata avanzata la richiesta di sentire in audizione il capo del governo, come riferiscono fonti della Lega. Attualmente però l’organismo non può convocare nessuno e nemmeno riunirsi: il presidente Lorenzo Guerini è infatti diventato ministro della Difesa senza finora essere stato sostituito all’interno del Comitato, che non è dunque nella pienezza delle sue funzioni.

Fu proprio l’accademico maltese nell’aprile del 2016 ad agganciare George Papadopouolos, allora consigliere della campagna presidenziale di Trump, prospettandogli la possibilità di ottenere dai russi materiale compromettente su Hillary Clinton, la rivale dem del tycoon: migliaia di email imbarazzanti, divulgate poi nei mesi successivi tramite WikiLeaks.

Mifsud era appena tornato da Mosca, dove era intervenuto al Valdai Club, un evento annuale di alto livello cui partecipa anche Vladimir Putin. Papadopoulos rivelò la circostanza all’ambasciatore australiano a Londra Alexander Downer, che spifferò tutto all’Fbi, dando così inizio alle indagini sui rapporti tra la campagna di Trump e i russi.

Per questo il tycoon ha chiesto e ottenuto aiuto anche dal premier australiano Scott Morrison. Ma tutte le strade portano a Roma, a quel professor Mifsud che il presidente americano sospetta possa essere un agente provocatore.

E che dopo essere scomparso avrebbe continuato a vivere sino al maggio 2018 a Roma in un appartamento pagato dalla Link University, di cui è socio al 5% anche il suo avvocato, Stephan Roh, descritto dalla Bbc come un “faccendiere” con legami russi: è stato lui l’ultimo a vederlo nell’ottobre del 2018.

Così Barr e Durham vogliono saperne di più, conoscere che fine ha fatto il professore e se gli 007 italiani abbiano altre informazioni su di lui.

Secondo il DailyBeast, prima di sparire, da solo o tramite i servizi di protezione italiani, l’accademico aveva riferito di aver incontrato Papadopoulos “tre o quattro volte” contribuendo a facilitare i rapporti tra “dirigenti e fonti non ufficiali” in Italia, Russia e Ucraina.

Mifsud era nel radar dell’intelligence italiana da alcuni anni, prima che fosse coinvolto nella vicenda del Russiagate. Le sue affiliazioni con la Link University e con il London center of internazional law practise – “entrambe legate alla diplomazia occidentale e alle agenzie di intelligence straniere”, osserva il DailyBeast – lo rendevano un bersaglio facile.

Così come i numerosi appartamenti di sua proprietà a Malta, legati presumibilmente ad un racket che coinvolge russi che acquistano per poco passaporti maltesi.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

Lascia un commento