Champions: Beffe e rimpianti, Atalanta va ko al 95′

Un duello tra Duvan Zapata ed il suo marcatore dello Shakhtar Donetsk. (Marca)

MILANO.  – Rischia di diventare la Champions League dei rimpianti per l’Atalanta di Gian Piero Gasperini dopo l’incredibile sconfitta (1-2) arrivata al 95′ contro lo Shakhtar Donetsk.

Il rigore sbagliato da Ilicic (15′), il palo di Pasalic (27′), il soffio che nega il gol a Malinovskyi (88′) e il riflesso al 90′ di Pyatov su Gomez tormenteranno i sonni dei nerazzurri, incapaci di mantenere il momentaneo vantaggio di Zapata (28′).

Una pura illusione di gloria. L’Atalanta viene colpita duro, in maniera spietata, sempre verso lo scadere dei due tempi, sintomo di una scarsa abitudine ai palcoscenici d’elite : a ribaltare il risultato, nella prima a San Siro in una cornice commovente con un pubblico indomabile che incita ininterrottamente la squadra, ci pensano Junior Moraes (41′) e Solomon (95′).

L’Atalanta, ancora a quota zero punti, è già con le spalle al muro e di fronte si para quella montagna di nome Manchester City per due gare proibitive sulla carta ma affascinanti per le emozioni che genereranno.

Gasperini era stato chiaro alla vigilia (“siamo obbligati a fare risultato”), con questo risultato invece lo spettro dell’eliminazione aleggia ora davvero forte e anche la corsa al terzo posto è davvero in salita.

“E’ una beffa – l’amara sentenza di Zapata -, ora adesso è tutto più complicato ma noi continueremo a lottare per questa coppa. Il livello in Champions è gigantesco, da questa partita impareremo ancora. Il calcio è così, dà e toglie: contro il Genoa abbiamo vinto all’ultimo, questa volta è successo il contrario”.

Se a Zagabria la squadra era stata spazzata via dal campo immediatamente dopo la traversa di Ilicic, a San Siro invece i nerazzurri sono per lunghi tratti padroni del gioco, stabili nella metà campo degli ucraini e pagano a caro prezzo alcune disattenzioni: quella di De Roon, dribblato troppo facilmente da Patrick sulla trequarti in occasione del pareggio ucraino; e quella collettiva, dovuta probabilmente alla smania di vincere, che porta allo spietato contropiede dell’appena entrato Dodò per Solomon quando la gara appare già finita.

Una squadra più esperta avrebbe commesso un fallo cinico per evitare di ritrovarsi in inferiorità numerica. Le recriminazioni sono tante ma la prova rimane convincente.

La Champions League intanto rimane una competizione stregata per Gasperini: tre partite e tre sconfitte. Questa, sicuramente, la più amara e deludente di tutte. Una doccia gelata.

(di Luca Guazzoni/ANSA)

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