In Italia cash batte carte, evasione Iva al 24%

Prelievo di contanti in uno sportello automatico della banca. (investireoggi.it)

ROMA. – Ridurre il contante per ridurre l’evasione fiscale. L’equazione che il governo si è posto come obiettivo sembra quasi lapalissiana, ma il collegamento tra il cash in circolazione e i mancati incassi Iva non è sempre così scontato, anche perché l’utilizzo del contante in Italia è spesso legato ad attività illecite, sicuramente ignote al fisco, ma non contrastabili con la diffusione dei pagamenti elettronici.

I dati italiani sulla diffusione del cash e sul cosiddetto “tax gap” Iva, quello che la prossima manovra si promette di restringere, non sono lusinghieri per il nostro Paese, soprattutto se confrontati con il resto dell’Unione europea. Secondo i calcoli della Bce del 2017, le transazioni in contanti nel nostro Paese sono circa l’86% del totale per numero e circa il 68% per valore.

Nello stesso anno l’evasione Iva, in base ai dati dell’ultimo rapporto dell’Unione europea, è stata pari al 24%, per un totale di 33,6 miliardi di euro che sarebbero dovuti entrare nelle casse dello Stato e risultano invece persi. Dieci in più di quelli necessari a disinnescare le clausole che pendono sul 2020.

Il dato resta alto in Europa, nonostante negli ultimi anni, tra il 2013 e il 2017, il nostro Paese abbia avuto un comportamento virtuoso riuscendo a ridurre, con misure ad hoc messe in campo dal governo Renzi (reverse charge e split payment su tutte), l’evasione di 5 punti percentuali, con un divario calato dal 30% al 23,8%.

Nella media europea il tax gap è però pari all’11,2%, meno della metà di quello italiano, mentre le transazioni in contanti sono il 78,8% del totale, non quindi molto inferiori a quelle registrate in Italia.

Il collegamento tra l’evasione dell’aliquota e il cash non è così evidente neppure in Germania: i pagamenti in moneta o banconota sono l’80% del totale, anche in questo caso non poi così inferiori a quelli italiani, mentre il divario Iva è di solo il 10%.

Caso ancora più emblematico è però quello di Malta. Lo Stato mediterraneo è quello in cui le carte di credito vengono utilizzate di meno in assoluto: la percentuale di transazioni effettuate in contante arriva al 92%, mentre il tax gap Iva è di appena l’1,6%.

Va comunque considerato che nell’arcipelago l’aliquota è la più bassa d’Europa, pari al 18%, con quelle ridotte al 5% e al 7%.

Discorso simile per Cipro: utilizzo del contante all’88% e tax gap Iva quasi inesistente, pari allo 0,6%. Il più basso in Europa insieme a quello della Lituania, dove i pagamenti cash sono oltre il 70% ma dove l’evasione Iva arriva allo 0,7%.