Atletica, Tortu: “La gioia della finale mondiale, vale più del 9.99”

Filippo Tortu, Michael Rodgers, e Hassan Taftian in azione nei 100 m al mondiale di atletica di Doha.
Filippo Tortu, Michael Rodgers, e Hassan Taftian in azione nei 100 m al mondiale di atletica di Doha. EPA/SRDJAN SUKI

ROMA. – La finale mondiale vale più di tutto. Anche di quel 9.99 che un anno fa lo ha proiettato nella storia, primo italiano ad abbattere il muro dei dieci secondi nella gara regina. Superato il mito Pietro Mennea. Filippo Tortu ripercorre il giorno dopo le emozioni vissute nel caldo di Doha:

“Era l’obiettivo dell’anno, l’ho centrato. Devo solo continuare a lavorare come ho sempre fatto, non devo pensare di aver raggiunto l’obiettivo di una carriera. Quando ho saputo di essere qualificato non ho mai esultato così tanto per una gara. Sono letteralmente impazzito di gioia, forse l’emozione più bella, anche più del record dell’anno scorso, per me ha molto più valore questa finale rispetto al 9.99 del primato italiano”.

Un altro tassello centrato, importante in vista di Tokyo 2020: “Inizierò la stagione delle Olimpiadi con una consapevolezza diversa – racconta lo sprinter azzurro -. Andrà fatta una scelta tra 100 e 200 metri, ci eravamo detti di affrontarla dopo il Mondiale, ma gli obiettivi di un anno fa sono uguali a quelli di oggi e di domani, vivo l’atletica come l’ho sempre vissuta. Forse gli avversari mi guarderanno con occhi diversi, perché gareggiare con loro stavolta in finale ai Mondiali era diverso: mi sentivo non uno di loro, ma se mi trovavo lì un motivo c’era. Alla fine, è mancato solo il minimo olimpico di 10.05 che non è comunque semplice, sarebbe stato un pensiero in meno per l’anno prossimo”.

L’atletica azzurra si ritrova anche come squadra: “È stato piacevole trovare il tifo di tutti, anche di Gimbo Tamberi, gli avevo detto di non venire e di pensare più alla sua gara, ma non ce l’ha fatta, è stato veramente toccante”.

“Riportare l’Italia nei migliori otto al mondo mi riempie di orgoglio – conclude Tortu -, rappresenta molto il movimento della velocità italiana che sta crescendo tantissimo. Nella staffetta, speriamo di arrivare in finale. Sarà difficilissimo ma a un Mondiale niente è semplice, nella 4×100 c’è un livello alto e una buona chimica tra noi. Mi prenderò due settimane di pausa, vorrei andare in Argentina a vedere il “superclasico” Boca-River che è un sogno che ho da quando ero piccolo”. E quello della finale mondiale è già realizzato.

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