Trump valuta blocco investimenti Usa in Cina. Cala Ny

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump saluta al presidente della Cina Xi Jinping in un incontro al margine del Summit del G2O in Giappone, nel giugno 2018. (AFP/Brendan Smialowski)

NEW YOR. – Donald Trump valuta l’imposizione di paletti agli investimenti americani in Cina, incluso il delisting di società cinesi dai listini statunitensi.

E Wall Street cala ai minimi da tre settimane preoccupata dall’intensificarsi delle tensioni commerciali fra le due superpotenze economiche, che va ad aggiungersi alle incertezze politiche innescate dall’avvio dell’indagine per un possibile impeachment del tycoon.

Il Dow Jones chiude perdendo lo 0,25%. Il Nasdaq arretra dell’1,13%. Lo S&P 500 cede lo 0,53%.

Alla Casa Bianca sono allo studio misure per limitare gli investimenti finanziari fra Stati Uniti, spostando così la guerra commerciale anche con Pechino a Wall Street.

L’indiscrezione dell’agenzia Bloomberg arriva mentre la Cina si appresta a celebrare il 70mo anniversario della sua fondazione e rischia di gelare il nuovo round di trattative commerciali, in programma a Washington dal 10 ottobre.

Il protezionismo rischia di “far sprofondare l’economia mondiale in recessione” avverte il ministro degli esteri cinese, Wang Yi intervenendo all’Assemblea Generale dell’Onu. Finora Trump aveva resistito al pressing dei falchi repubblicani sullo spostare la guerra commerciale al mercato dei capitali. Ma ora sembrerebbero aperto all’ipotesi anche se nulla è stato deciso.

Le aziende cinesi quotate negli Stati Uniti sono 156 per una capitalizzazione di mercato di 1.200 miliardi di dollari. L’ipotesi di un delisting ha innescato un’ondata di vendite fra i big cinesi quotati a Wall Street. Alibaba arriva a perdere il 4%, Baidu il 2%. In calo anche Tencent e JD.com, che perdono rispettivamente il 2% e il 3%.

Se Trump decidesse di procederé con i paletti agli investimenti le ripercussioni sarebbero ampie, soprattutto in Borsa. Nel caso in cui si optasse per andare avanti con l’obbligo di delisting delle aziende cinesi, gli operatori dei listini americani si troverebbero in una posizione difficile e si spianerebbe la strada a possibili battaglie legali.

La normativa esistente prevede infatti l’obbligo di motivare un eventuale delisting all’azienda interessata che, a sua volta, può fare ricorso in caso non sia d’accordo.