Merlo: “Puntare sugli italiani all’estero è un investimento”

Un Gruppo di emigrati italiani sfilano nella Festa dell'Inmigrazione a Buenos Aires. Archivio.

ROMA.  – La spesa per gli italiani all’estero è un investimento che ha un grande ritorno sia culturale che economico commerciale. Lo ha detto il sottosegretario agli esteri Ricardo Merlo intervenendo alla presentazione alla Farnesina della prima Guida alle radici italiane, uno strumento per gli italiani che vivono all’estero e che sono interessati a riscoprire i luoghi della storia della propria famiglia.

Questo progetto di turismo delle radici, realizzato in collaborazione dall’associazione di promozione sociale Raiz Italiana con il sostegno della Direzione generale per gli italiani all’estero, ha tutto l’appoggio del governo, ha proseguito il sottosegretario sottolineando come gli oltre 60 milioni di connazionali o discendenti da italiani che vivono all’estero “rappresentino un’opportunità per l’economia italiana”.

Le cifre che il direttore esecutivo dell’Enit Giovanni Bastianelli ha fornito sul turismo delle radici dimostrano la solidità di questo segmento: in venti anni, dal 1997 al 2018, si è passati da 5,8 milioni di persone a quasi 10 milioni con un aumento del 72,5%, mentre è aumentata del 127,5% la loro spesa in Italia: nel 2018 si è arrivati a 4 miliardi di euro, con un incremento del 7,5 rispetto all’anno precedente.

Ma al di là dei numeri, sia il direttore generale per gli italiani all’estero Luigi Vignali che l’assessore al turismo e alla cultura della Regione Puglia Loredana Capone hanno puntato nei loro interventi anche sulla dimensione del viaggio sentimentale alla ricerca delle proprie radici che spinge tanti italiani a visitare piccole realtà lontane dai grandi flussi turistici.

“Questa guida – ha sottolineato Vignali – parte da Puglia, Basilicata, Abruzzo e Emilia e Romagna e sarà distribuita in tutte le sedi della rete diplomatica e consolare italiana e sarà anche online per essere scaricata”.

L’assessore Capone ha insistito sull’importanza di offrire a chi torna nelle terre della propria famiglia qualcosa “di diverso dall’industria turistica attrezzata”, qualcosa che favorisca la scoperta dell’identità dei luoghi e dello spirito di comunità.

Marina Gabrieli, che ha coordinato e illustrato il progetto, ha aggiunto che volutamente la guida non offre itinerari, ma dà gli spunti per orientare una ricerca individuale, oltre a fornire tutti i recapiti degli archivi storici delle varie regioni per ricostruire il proprio passato.