Corte Ue conferma aiuti Stato da Lussemburgo, Fca delusa

Alcune auto della Fiat Chrysler Automobile. (You tube)

TORINO.  – La Corte di giustizia europea ha dato ragione alla Ue: Fiat Chrysler Automobile dovrà pagare al Lussemburgo 23,1 milioni di euro in “tasse arretrate”. La Commissione Europea aveva stabilito all’epoca che Fca aveva usufruito di “un vantaggio fiscale indebito”. Il ricorso dell’azienda è stato respinto.

“Fca è delusa per la decisione e  sta valutando i prossimi passi da fare. La questione non è comunque rilevante per il gruppo”, commenta un portavoce dell’azienda. Fca era convinta di avere fornito “solide spiegazioni” alla Commissione sulle ragioni per le quali l’accordo con il Lussemburgo, relativo ad un Advanced Pricing Agreement concluso dalla controllata Fiat Chrysler Finance Europe, non ha comportato alcun aiuto di Stato.

Già nel 2015 aveva spiegato che “qualsivoglia esito della questione non sarebbe stato significativo rispetto ai risultati consuntivati dal Gruppo”. Negativi gli effetti a Piazza Affari dove il titolo di Fca chiude in calo del 2%.

La decisione dell’Antitrust europeo risale al 2015, un anno dopo le rivelazioni di LuxLeaks e a 16 mesi dall’apertura delle prime inchieste nel giugno 2014 sui “tax ruling”.

“Il Lussemburgo – commenta il Granducato – prende atto della sentenza del Tribunale dell’Unione europea nella causa Fca Finance e Trade e analizzerà la decisione con la dovuta diligenza, riservandosi tutti i suoi diritti”.

La Corte ha invece respinto una richiesta della Commissione Europea di far pagare una cifra intorno ai 30 milioni di euro al gruppo delle caffetterie Starbucks, accusato di evasione fiscale nei Paesi Bassi. La Commissione europea non è stata in grado di dimostrare l’esistenza di un vantaggio economico a favore di Starbucks e, per questo, ha annullato la decisione accogliendo il ricorso della società.

Sul fronte delle emissioni intanto negli Usa un ingegnere di Fiat Chrysler, Emanuele Palma, è stato arrestato dall’Fbi con l’accusa di avere cospirato per ingannare le autorità e il pubblico nell’ambito dell’inchiesta del dipartimento di giustizia degli Stati Uniti sulle emissioni dei veicoli diesel.

“Stiamo aspettando i dettagli. Continueremo a collaborare con le autorità. Non abbiamo niente da aggiungere al momento”, comenta un portavoce dell’azienda. É la prima accusa penale contro un dipendente di Fca per i diesel. Il titolo del gruppo è in calo a New York.

Da  Parigi invece arriva il rammarico dell’ad di Renault Jean Dominique Senard per la mancata fusione di Fca con la casa francese: un”operazione ‘ormai alle spalle’” , dice Senard parlando al Parlamento, ma che “avrebbe avuto come principale merito valorizzare le tecnologie del gruppo Renault”.

(di Amalia Angotti/ANSA)

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