Cambi casacca e scissioni, nuova geografia alle Camere

Il tabellone con i risultati della votazione segreta di un emendamento al ddl anticorruzione, in cui il governo Ë stato battuto. E' passato con 284 voti a favore e 239 contrari.
Il tabellone con i risultati della votazione segreta di un emendamento al ddl anticorruzione. ANSA / WEB TV CAMERA DEI DEPUTATI

ROMA. – La nuova realtà politica lanciata in campo da Matteo Renzi si avvia ad assumere una sua vera e propria conformazione parlamentare trascinando dietro a sé un cambiamento della fisionomia delle Camere. I 41 parlamentari che passano con l’ex premier potrebbero presto salire a quota 50 ma intanto la pattuglia di “transfughi”, in 38 arrivano dal Pd, una da Forza Italia, uno dal Partito Socialista e uno da Civica Popolare hanno già una loro casa e i loro responsabili: Teresa Bellanova che sarà capodelegazione nel governo ed Ettore Rosato che si occuperà del movimento.

“Io non parteciperò a nessun tavolo perché non avrò alcun ruolo” afferma Matteo Renzi mentre organizza un gruppo autonomo anche al Senato: lo riesce a costituire grazie all’aiuto dei socialisti. A Palazzo Madama, infatti, per regolamento è impossibile costituire un gruppo a meno che il simbolo non sia stato presentato alle elezioni. E così al Senato i 15 parlamentari che si staccano dai rispettivi gruppi, tutti ex Pd tranne l’azzurra Donatella Conzatti e, appunto, il socialista Riccardo Nencini, riescono a dare vita al nuovo gruppo Psi-Italia Viva proprio grazie alla presenza del senatore e presidente socialista che alle politiche si presentò insieme ai Verdi e al Movimento Area Civica di Giulio Santagata (nella lista Insieme, un’alleanza elettorale nella quale però ciascuno aveva mantenuto anche il proprio simbolo).

La scissione renziana ridimensiona numericamente il Pd in Senato che, dopo l’addio di Matteo Richetti, contava 50 poltrone, e ora con l’uscita dei 13 di Italia Viva ne conta 37. Anche alla Camera nasce  il gruppo di Italia Viva a cui aderiscono 26 parlamentari, nello stesso giorno in cui l’ex ministro della sanità Beatrice Lorenzin, proveniente da Alternativa Popolare e con un passato in Forza Italia, annuncia il suo contestuale passaggio nel Pd.

Intanto a Roma è stato firmato l’atto costitutivo di Cambiamo, il nuovo soggetto politico lanciato dal governatore ligure Giovanni Toti. Con lui vanno i senatori Massimo Berutti, Gaetano Quagliariello, Gino Vitali e Paolo Romani e i deputati che la scorsa settimana hanno formato la nuova componente del gruppo Misto: Stefano Benigni, Manuela Gagliardi, Claudio Pedrazzini, e Alessandro Sorte, parlamentati che hanno lasciato Forza Italia per seguire il governatore.

Sono numeri che preoccupano anche Forza Italia che al Senato teme possibili nuove scissioni dopo i primi cinque (Donatella Conzatti con Renzi e i 4 senatori che vanno con Toti). Quando anche questi comunicheranno l’adesione al Misto, gli azzurri passeranno da 61 a 57. Intanto Mara Carfagna pur riconfermato la necessità di ricostruire presto l’identità moderata del centrodestra, ribadisce di non avere intenzione di avvicinarsi a Matteo Renzi che resta, sostiene, un “competitor” da sfidare nello stesso campo.

Un’area, tuttavia, a cui guarderebbe con interesse anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, secondo indiscrezioni, sarebbe intenzionato a costruirsi una sorta di cuscinetto, un paracadute, nell’area azzurra per neutralizzare eventuali mosse a sorpresa di Renzi. Oggi Conte tuttavia prende atto delle dichiarazioni rassicuranti del leader della nuova forza politica e afferma: “La sostenibilità del progetto di governo non è venuta meno”.