Camera Deputati: franchi tiratori all’opera, niente arresti per Sozzani

Il tabellone con i risultati della votazione segreta di un emendamento al ddl anticorruzione, in cui il governo Ë stato battuto. E' passato con 284 voti a favore e 239 contrari.
Il tabellone con i risultati della votazione segreta di un emendamento al ddl anticorruzione. ANSA / WEB TV CAMERA DEI DEPUTATI

ROMA. – Colpo di scena alla Camera. Al primo voto “pesante” dalla nascita del governo M5S-Pd-Leu, a sorpresa e a voto segreto, l’Aula di Montecitorio nega gli arresti domiciliari per l’azzurro Diego Sozzani. Il voto sovverte diametralmente quello della Giunta per le Autorizzazioni che, lo scorso 31 luglio, aveva deciso, con il Pd e M5s favorevoli, di concedere la misura cautelare nei confronti del deputato forzista, chiesta nell’ambito di un procedimento per finanziamento illecito relativo ad una fattura di diecimila euro.

Si staglia l’ombra dei franchi tiratori nella maggioranza. E si scatena l’ira di Luigi Di Maio, che reclama l’abolizione dell’istituto del voto segreto perché “ognuno deve assumersi le sue responsabilità”. Quando il presidente Roberto Fico comunica il risultato della votazione (235 per la misura cautelare, 309 contro ed un astenuto), nell’Emiciclo esplode la gioia dei deputati di Forza Italia e Lega, mentre la rabbia di quelli M5S fa pendant con l’immobilità dei parlamentari Dem.

Mentre in Transatlantico Sozzani, che decide di non parlare con i cronisti, esulta tra i colleghi che lo abbracciano (non aveva partecipato alla votazione “per non influenzare nessuno”, dichiarandosi “devastato psicologicamente” dalla vicenda), subito parte la ‘caccia’ ai 74 che, schermandosi dietro il voto segreto, hanno fatto la differenza.

Secondo la ‘vulgata’ dominante, a votare contro l’arresto con l’opposizione sarebbero stati i deputati renziani di Italia Viva, che sarebbero 26, ma non solo: scorrendo i tabulati della votazione si ritiene che i franchi tiratori del Pd sarebbero stati in realtà ben 46. Del resto, fra i dem non era mancato chi manifestava perplessità sull’arresto di Sozzani.

E quando il forzista, lasciando l’Aula prima del voto, si era proclamato innocente ribadendo di volersi confrontare con la Giustizia “da uomo libero”, qualche deputato del Pd, pur se timidamente, è stato visto associarsi all’applauso dell’opposizione.

Dopo il voto, mentre qualcuno tra i M5S prova invano a protestare, i capigruppo dei pentastellati e dei Dem Francesco D’Uva e Graziano Delrio si appartano a lungo per parlare. Poco dopo, però, D’Uva si affretta a puntualizzare: “Dire che al primo voto la maggioranza non ha tenuto sarebbe sbagliato: in questa votazione non entrava il governo”.

Anche se Manlio Di Stefano va giù duro: “Il centrodestra ritrova l’unità con il voto comune di Fi, Lega e FdI (e parte del PD) sul salvataggio di Sozzani. Sul negarsi alla giustizia sono sempre coesi”. E i deputati M5S rivendicano la loro coerenza, sottolineando: “Approfittare del voto segreto non è bello, non si fa così”.

Per il Pd Delrio assicura non si è trattato di un voto sul governo ed è chiaro che i deputati “hanno votato secondo coscienza”. Ma Luigi Di Maio va all’attacco: “Chi ha votato contro l’arresto di Sozzani dovrebbe risponderne davanti all’opinione pubblica. Il voto segreto va abolito. Ognuno deve assumersi le sue responsabilità”, sbotta, pur ribadendo che quel voto non ha impatti sul governo.

(di Francesco Bongarrà/ANSA)