Venezia, il record e lo schianto: “La barca è volata oltre la diga”

I Vigili del Fuoco recuperano il motoscafo off-shore di Fabio Buzzi, schiantatosi sulla banchina all'arrivo della traversata Montecarlo-Venezia.
I Vigili del Fuoco recuperano il motoscafo off-shore di Fabio Buzzi, schiantatosi sulla banchina all'arrivo della traversata Montecarlo-Venezia. ANSA/VIGILI DEL FUOCO

VENEZIA. – Il taglio del traguardo, il record, lo schianto contro la diga, la morte di tre piloti d’equipaggio. Pochi istanti che hanno trasformato l’euforia in tragedia per chi aspettava l’arrivo del motoscafo off-shore di Fabio Buzzi, il pluricampione di motonautica che avrebbe conquistato un’altro record di velocità, 18 ore e 30 sulla traversata Montecarlo-Venezia.

I cronometristi, increduli, hanno visto il bolide passar loro davanti e proseguire in velocità al largo della diga del Lido. Poi più nessun rumore di motori, ma solo le luci delle barche dei pescatori che avevano capito cos’era successo e stavano tentando i primi soccorsi.

“Hanno fatto il record, ci sono sfilati davanti dove li abbiamo cronometrati, e pensavamo facessero il giro della ‘lunata’ per venirci incontro e lasciar raffreddare i motori. Invece…”. Racconta così gli istanti prima dell’incidente, costato la vita a Fabio Buzzi, Luca Nicolini e l’inglese Eric Hoorm, il cronometrista Gianni Darai, che aspettava l’arrivo dell’off-shore, partito da Montecarlo alle 3 del mattino.

Nello schianto è rimasto ferito il quarto pilota, Mario Invernizzi; ha traumi soprattutto al torace, provocati dallo sbalzo che gli ha fatto sfondare il cupolino, ma non è in pericolo di vita. Buzzi e gli altri due sono rimasti intrappolati nello scafo, inabissatosi in acqua. “Ci siamo spostati verso la lunata per andar loro incontro – continua Darai – invece abbiamo visto i fasci di luce dei pescatori che illuminavano la diga e segnalavano l’accaduto. Una tragedia accaduta dopo aver stabilito il nuovo record di velocità Monaco-Venezia, dalle 23 precedenti a 18 ore, 30 minuti e una manciata di secondi”.

Buzzi, ad del cantiere Fb Design, era un mito nella motonautica. Tra le ‘sue’ barche anche il catamarano ‘Pinot di Pinot’, sul quale morì nell’ottobre 1990 a Nizza Stefano Casiraghi. Da allora Buzzi aveva ripudiato quel tipo di imbarcazioni, troppo pericolose, e si era concentrato sui monocarena.

Il potente motoscafo è stato posto sotto sequestro. Saranno Le indagini della Capitaneria di Porto, coordinate dalla Procura, a dover far luce sulle cause dello schianto. “Stiamo vagliando lo stato degli strumenti di bordo – ha detto Andrea Conte, comandante della Capitaneria – L’imbarcazione ha impattato sul lato esterno della lunata (quello a mare) e si è addirittura ribaltata in volo scavalcandola e cadendo all’interno”.

Una capriola “legata all’alta velocità ed al fatto che sono mezzi molto leggeri. La lunata – ha aggiunto – è lì da una decina d’anni, è una struttura, artificiale – costruita per difendere dai venti gli impianti del Mose ndr. – segnalata su tutte le carte e sulla cartografia elettronica. Le ipotesi possono essere tante a cominciare dalla stanchezza. Navigavano da poco meno di venti ore con uno stress notevole a quelle velocità. Quindi ci sta anche l’ipotesi di un momento di disattenzione”.

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