La scissione di Renzi scuote Fi, voci su fuoriusciti

In una foto d'archivio Matteo Renzi a Porta a Porta. Sullo schermo Silvio Berlusconi.
In una foto d'archivio Matteo Renzi a Porta a Porta. Sullo schermo Silvio Berlusconi. ANSA/CLAUDIO PERI

ROMA. – La scissione promossa da Matteo Renzi scuote profondamente Forza Italia, dilaniata ormai da tempo tra chi guarda alla Lega e chi lavora a un rafforzamento del centro. La mossa dell’ex premier rischia, infatti, di avere conseguenze immediate sulla tenuta dei gruppi azzurri: per tutto il pomeriggio, in Transatlantico, sono girate voci di abbandoni di vari parlamentari berlusconiani, pronti ad aderire ai nuovi gruppi renziani.

Al Senato i ‘malpancisti’ dentro Forza Italia, secondo le indiscrezioni, sarebbero almeno cinque. Oltre a Donatella Conzatti, già praticamente fuori dal partito per essersi astenuta sul governo Conte 2, ci sarebbe Massimo Mallegni, toscano amico di Renzi, colui il quale lo ha avvicinato a Berlusconi, e che pare non abbia digerito il no di Salvini alla sua candidatura alle regionali in Toscana.

Quindi il veneto Andrea Causin da tempo pare in sofferenza dentro il gruppo. Infine, la senatrice Maria Virginia Tiraboschi imprenditrice, che tuttavia smentisce ogni interessamento al gruppo renziano, e la trentina Elena Testor.

Altro nome che circola è quello di Paolo Romani. L’ex capogruppo di Forza Italia da tempo in rotta di collisione con il partito aveva annunciato la sua adesione al movimento di Giovanni Toti Cambiamo. La componente doveva essere presentata anche al Senato ma il ritardo, secondo alcuni azzurri, sarebbe dovuto proprio alla novità di Renzi.

In realtà, spiegano alcuni parlamentari azzurri, ormai tanti dentro il partito si sono resi conto che, complici anche i sondaggi, con le elezioni difficilmente saranno ricandidati e soprattutto il rischio che intravedono i parlamentari del sud è che Fi si ritrovi a fare la stampella della Lega.

Per evitare che anche poche defezioni possano provocare un effetto a cascata, secondo alcune fonti, lo stesso Presidente Silvio Berlusconi, in serata, avrebbe chiamato gli esponenti azzurri più dubbiosi sul da farsi. Intanto, Mara Carfagna questa sera a cena riunirà qualche decina di parlamentari azzurri.

“Una cena di amici, non di corrente”, assicura la vice presidente della Camera che, stando a quanto riferiscono diversi deputati, non ha assolutamente intenzione di lasciare il partito ma anzi di diventarne sempre di più il punto di riferimento, approfondendo il ruolo di Forza Italia nell’area centrista. Secondo questa impostazione, Renzi – è la linea dell’ex ministro – invece di essere un potenziale alleato è un chiaro competitor.

“Senza una forte ripresa d’iniziativa, senza segnali di vitalità e rinnovamento, all’Opa ostile portata avanti per mesi da Lega e FdI – spiega la vicepresidente della Camera – potrebbero aggiungersi gli effetti della ‘scalata’ renziana”. Una cena che non piace particolarmente a Mariastella Gelmini: “Cene, aperitivi e socialità vanno benissimo, purché poi di politica si parli nelle sedi opportune. Non possiamo e non vogliamo minimizzare la nascita dei gruppi renziani, ma allo stesso tempo – conclude la capogruppo alla Camera – sarebbe sbagliato legittimarli”.

(Jasmine Iringaray e Marcello Campo/ANSA)