Ministro Gualtieri debutta in Europa, la svolta green dell’Italia

Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri all'Ecofin.
Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri all'Ecofin.

HELSINKI. – E’ una missione in discesa la prima volta di Roberto Gualtieri all’Eurogruppo in qualità di ministro dell’economia: il clima è amico, non solo perché è una vecchia conoscenza di tutti, avendo assistito alle riunioni degli ultimi cinque anni, ma anche perché i colleghi sono già rassicurati dal nuovo Governo pro-europeo.

E i segnali lanciati dal neo titolare di via XX settembre rafforzano le premesse: si unisce alla coalizione dei ministri delle finanze per la lotta al cambiamento climatico, da cui l’Italia era fuori finora, ribadisce a Bruxelles l’impegno a rispettare le regole con la manovra 2020, si impegna con il collega tedesco Olaf Scholz ad approvare la Tobin tax entro ottobre.

In cambio incassa il plauso dell’Ue e una sorta di apertura alla richiesta di flessibilità, che l’Italia sta già considerando. Anche se il premier Conte ci tiene a sottolineare la solidità di Roma: “L’Italia non deve chiedere favori”, dice.

A Helsinki non decolla, invece, il discorso sulla modifica delle regole del Patto: la Francia frena, perché non vuole riaprire il vaso di Pandora. L’aria in Europa è cambiata, e non solo nei confronti del’Italia. Dopo le decisioni della Bce e il pressing su Berlino affinché spenda riducendo il surplus, anche le altre istituzioni Ue si uniscono all’appello.

Il primo è il ministro francese Bruno Le Maire, seguito dal vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, e dal presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno. Il messaggio è chiaro: “C’è preoccupazione per un rallentamento globale della crescita, la politica monetaria non può fare tutto da sola. Chiediamo a chi ha spazio di bilancio di investire, e a chi deve rafforzarsi di fare le riforme”, ha detto Dombrovskis.

La necessità di investire per crescere è un tema che torna anche nei numerosi bilaterali che Gualtieri ha avuto a margine delle riunioni. Con i colleghi francese e tedesco e con il vicepresidente della Commissione Ue. Assieme a Scholz dà nuovo slancio anche alla Tobin tax, dandosi l’Ecofin di ottobre come scadenza per raggiungere un accordo, bloccato da molti anni.

Con il responsabile dell’euro e della supervisione dei bilanci della zona euro, invece, ha avuto un primo scambio sull’economia italiana e la manovra 2020. Costruttivo, cordiale, fanno sapere dal Mef, mentre lo stesso lettone si spinge oltre, fino ad una mezza apertura sulla flessibilità che l’Italia quasi certamente si accinge a chiedere: “Su flessibilità specifiche dobbiamo fare un’analisi approfondita, non posso trarre conclusioni ora, dipende in che stadio economico si trova l’Italia, cattivo, normale, buono, e questo sarà chiarito quando pubblicheremo le previsioni economiche”, spiega Dombrovskis, “incoraggiato” dal rispetto delle regole ribadito dall’italiano.

Gualtieri getta quindi le basi per assicurarsi che l’Italia possa fare quella politica espansiva che è tornato a chiedere anche il premier Giuseppe Conte, convinto che “le politiche di austerity comprimerebbero ancora di più le nostre potenzialità economiche”.

Nonostante il francese Le Maire condivida la necessità di aiutare a riattivare gli investimenti, prende le distanze dall’idea di rivedere le regole del Patto. “Sono molto prudente sulle idee di modificare le regole”, perché “se apriamo il dibattito sulle nuove regole passeremo tutto il tempo a discutere di questo, in un dibattito difficile, lungo e incerto”, ha spiegato.

La revisione del Patto di stabilità è però un tema sul tavolo dell’Ecofin, anche se Gualtieri sa che non servirà per la manovra 2020: “Sono due questioni diverse, una è la discussione della manovra e uno è il più grande processo di riforma” dell’Unione monetaria.

Quindi, per aiutare i Paesi che vogliono investire pur non avendo margini, servirà quantomeno un nuovo intervento interpretativo da parte della Commissione. Gentiloni approderà dal 1 novembre proprio negli uffici che si occupano del dossier.

(dell’inviata Chiara De Felice/ANSA)

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