Violenze sull’idraulico, condannata principessa saudita

Hassa bin Salman
La principessa saudita Hassa bin Salman. (bbc.com)

PARIGI. – Legato, minacciato, picchiato, poi  costretto a inginocchiarsi e a baciarle i piedi: è stata condannata a dieci mesi di carcere con la condizionale ed una multa 10.000 euro Hassa bin Salman, la quarantaduenne principessa saudita nonché sorella dell’uomo forte di Riad, Mohammed bin Salman, processata in Francia per le violenze inflitte a un idraulico chiamato nella sua residenza parigina per riparare una vasca da bagno.

Il processo è stato celebrato a inizio luglio, in contumacia, al tribunale di Parigi. Oggi è arrivato il verdetto contro la donna nonché il suo fidatissimo bodyguard, Rani Saidi, della società Attila Sécurité.

I fatti risalgono al 26 settembre 2016. L’idraulico Ashraf Eid sta effettuando lavori di verniciatura al settimo piano della residenza reale in Avenue Foch, a due passi dall’Arco di Trionfo, quando viene sollecitato “d’urgenza” al quinto piano, per riparare una vasca danneggiata. Con lo smartphone scatta alcune foto del bagno utili ai lavori di riparazione. Ma qualcosa va storto.

La principessa sbotta, è furiosa per quelli scatti effettuati “senza autorizzazione”. Peggio. Accusa il manovale di aver tentato di carpire “il suo riflesso nello specchio” del bagno, sancendo l’inizio di un quarto d’ora di terrore. ”

Bisogna uccidere questo cane, non merita di esistere”, è l’ordine scandito dalla ‘sultana’ secondo la testimonianza del malcapitato idraulico, mentre il guardaspalle lo picchia, minacciandolo con un’arma in pugno, costringendolo poi a inginocchiarsi, con le mani legate, e baciare i piedi della principessa.

Passano diverse ore prima che venga lasciato libero di lasciare la residenza, rigorosamente senza il suo Smartphone distrutto nel frattempo da un altro dipendente della casa reale.

Accuse seccamente respinte, durante il processo, dai legali della difesa e dallo stesso bodyguard, l’unico imputato presente in tribunale, che ha negato ogni violenza nonostante le tracce rimaste sui polsi e i lividi sul volto dell’idraulico a cui vennero prescritti 5 giorni di malattia.

La pena inflitta alla sorella di Mohammed bin Salman è anche più pesante di quella che invocava l’accusa. La procura aveva infatti chiesto 6 mesi di carcere con la condizionale e 5.000 euro di multa, mentre i giudici hanno comminato quasi il doppio, considerando la figlia del Re dell’Arabia Saudita come “l’autorità di fatto in quell’appartamento”.

Rani Saidi è stato invece condannato, come chiedeva l’accusa, a 8 mesi di carcere (con la condizionale) più una multa di 5.000 euro.

(di Paolo Levi/ANSA)

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