Bocciato l’avvio di Educazione Civica, si studierà dal 2020/21

Studenti in classe in una scuola elementare.
Studenti in classe in una scuola elementare. (ANSA)

ROMA.- L’educazione civica a scuola non verrà insegnata già da questo anno scolastico. La pietra tombale sul decreto per l’avvio in forma sperimentale dell’insegnamento dell’educazione civica l’ha messa oggi il Consiglio Superiore della Pubblica istruzione (CSPI), che senza mezzi termini ha espresso all’unanimità parere negativo alla sperimentazione quest’anno, sostenendo che la programmazione della didattica è già in corso e introdurre ad anno scolastico iniziato una nuova materia, per ben 33 ore, metterebbe in difficoltà le scuole.

Il neo ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, assicura però che sentirà associazioni e sindacati per cercare di avviare una seria programmazione, con tanto di fondi aggiuntivi in legge di bilancio, già dal 2020, “per fare quello che il precedente ministro non aveva fatto: preparare in modo efficace le scuole nell’ottica dell’introduzione dell’educazione civica nel settembre 2020, come previsto dalla legge”.

La legge sull’introduzione dell’educazione civica era stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 21 agosto scorso ed è entrata in vigore il 5 settembre. Il nuovo insegnamento doveva essere attivato a decorrere dal 1° settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore del provvedimento, ovvero non prima del 2020/2021. Ma l’ex ministro dell’Istruzione Marco Bussetti aveva disposto con un decreto una partenza in fase sperimentale già da quest’anno. Partenza che però il CSPI ha oggi bocciato.

“È evidente – si legge nell’articolato parere del Consiglio della Pubblica Istruzione – che si tratta di un provvedimento che risponde ad una esigenza molto sentita nella opinione pubblica, anche se la legge, nell’intento di seguire queste attese, presenta non poche difficoltà tecniche di applicazione. Questa sperimentazione, sia pure ad adesione volontaria – si legge in un altro passaggio – non è praticabile (in questo anno scolastico nrd) in quanto comporta una serie di adempimenti sul piano organizzativo e didattico di difficile attuazione e tale da compromettere la qualità ed il significato della sperimentazione stessa. Risulterebbe sicuramente sconvolto il curricolo e il piano di attività, già predisposto per l’anno scolastico 2019/20. È necessaria poi una riflessione aggiuntiva sulla compatibilità temporale fra la permanenza della legge che ha introdotto “Cittadinanza e Costituzione” e l’introduzione della sperimentazione”.

Concordano con la decisione i sindacati. Per Maddalena Gissi (Cisl), non ci sono “i tempi, né le risorse umane ed economiche per introdurre già da quest’anno l’educazione civica, senza progettazione reale non si possono inventare soluzioni: la scuola ha bisogno di tempo e riflessione anche per adeguare tutte le attività”.

Sulla stessa linea Marcello Pacifico dell’Anief. La vicepresidente del CSPI, Annamaria Santoro, esponente della Fp Cgil, giudica “un po’ surreale il fatto che le sperimentazioni sono volontarie, partono dal basso; questa sarebbe diventata una introduzione forzata per legge, una forzatura per anticipare i tempi di una legge che ne ha previsti altri”. Ma il deputato della Lega Massimiliano Capitanio, primo firmatario della legge, dice: “il parere del CSPI era prevedibile ma sono certo che il nuovo ministro dell’Istruzione non tradirà la volontà del Parlamento”.

(di Valentina Roncati/ANSA)

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