Da dazi a populismo, paure imprenditori al Forum

Forum Ambrosetti
Delegazione russa al Forum The European House-Ambrosetti. (press.russianews.it)

CERNOBBIO (COMO). – La bestia nera si chiama protezionismo commerciale. Sono i dazi il maggior pericolo per gli oltre 200 imprenditori presenti al Forum di Cernobbio organizzato da The European House – Ambrosetti.

Una preoccupazione condivisa dal 63,4% di loro che si sono espressi tramite uno dei consueti televoti.

Ma a tenere alta la tensione sono anche la questione migranti, il controllo delle frontiere (40,9%) e la diffusione del populismo in Europa (36,6%).

Molto più staccati altri elementi come l’egemonia economica cinese (28,2%), l’intensificarsi delle tensioni fra Usa e Iran nel Golfo e il programma nucleare iraniano e una nuova corsa alle armi nucleari alla fine del trattato INF (16,9%), le frizioni tra Russia e potenze occidentali per il conflitto ucraino (11,3%).

“Lo scenario internazionale non è dei più rosei. Per quanto riguarda l’Italia due sono i fattori: il protezionismo è il rallentamento della crescita della Germania verso la quale noi esportiamo una quantità notevoli di nostri beni”, evidenzia il presidente di Sace, Beniamino Quintieri.

“E’ un pezzo che Stati Uniti e Cina continuano a minacciarsi e ogni volta – rileva il presidente di Brembo, Alberto Bombassei – che Trump adotta una misura ne risentiamo sulle esportazioni, provocando dei forti danni”. Mentre Romano Prodi per descrivere

la situazione usa una metafora.

“Tutti pagheranno lo scotto della guerra commerciale, quando gli elefanti lottano nella foresta, anche le lepri scappano”.

Quella tra Usa e Cina sembra aver preso i contorni di una nuova guerra fredda. “Condivido, mi sembra che come ha detto Niall Ferguson (durante i lavori del forum a porte chiuse, ndr), non sia più una guerra fredda sulle testate nucleari ma sulle tecnologie” dice Emma Marcegaglia, presidente di Eni.

“L’Europa oggi su questa grande competizione tecnologica onestamente è un po’ assente, le grandi compagnie europee sui dati non sono preminenti e su questo – sottolinea l’ex presidente di Confindustria – l’Europa, secondo me, deve fare di più, investire di più e avere capacità di entrare in questa competizione ed essere più leader. Il rischio è di perdere una primazia che abbiamo avuto in passato”.

(dell’inviato Fabio Perego)/ANSA)