US Open: schiena tradisce Federer, Dimitrov avanti

Federer con Dimitrov
Federer e Dimitrov si salutano a fine partita (Blasting News)

ROMA. – Roger Federer saluta Flushing Meadows ai quarti, frenato dal mal di schiena e dall’exploit di Grigor Dimitrov che lo ha sconfitto per la prima volta in carriera (3-6, 6-4, 3-6, 6-4, 6-2) e in semifinale se la vedrà con Daniil Medvedev (il russo ha eliminato 7-6, 6-3, 3-6, 6-1 Stan Wawrinka).

Basti dire che nei sei precedenti incroci Dimitrov aveva vinto due set su 18. Inoltre il bulgaro aveva vinto solo una delle ultime otto partite giocate prima di iniziare il suo percorso sul cemento degli Us Open.

Prima del quinto set Federer ha chiesto un Medical Time Out e l’intervento del fisioterpista per un problema muscolare alla schiena. “Avevo bisogno di sciogliermi un po’ e vedere se andava meglio – ha poi spiegato il fuoriclasse svizzero – Ma questo era il momento di Grigor e non del mio fisico. Di solito riesco a dominare il suo gioco variato, ma stavolta ha mandato in tilt il mio ritmo: bravo”.

Per Dimitrov il match parte in salita. Subito il break nel primo game di servizio, non riesce a recuperare ed il primo set vola via. Ma il numero 78 del mondo non si abbatte, alza anzi il livello del gioco e con il primo break si porta sul 4-2, riuscendo a pareggiare i conti.

L’incontro va avanti a strappi. Nel terzo set Federer torna a servire con più continuità e, pur fallendo due palle break sul 2-2, riesce ad aggiudicarselo. É nel quarto che l’equilibrio si spezza. Dimitrov sale 2-0, Federer cancella sette palle del doppio break sul 2-4, ma il bulgaro riesce a portarsi di nuovo in parità.

Nel quinto set lo svizzero è sempre più lento sulle gambe ed in un batter d’occhio va sotto 4-0. A Dimitrov basta ributtarla al di là della rete per centrare la terza semifinale Slam in carriera.

“Era da un po’ che non giocavo sull’Arthur Ashe, all’inizio ero un po’ nervoso, non trovavo il ritmo – ha spiegato Dimitrov a caldo – Ma dopo il secondo set ho iniziato a sentiré decisamente bene i miei colpi. Volevo stare in campo il più possibile. Roger chiaramente non era al meglio alla fine”.

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