Iran va avanti, domani terzo step su disimpegno nucleare

La petroliera iraniana Adrian Darya1
La petroliera iraniana Adrian Darya 1 bloccata per oltre un mese dalle autorità britanniche a Gibilterra. (The New York Times)

ISTANBUL.- Entro domani “l’Iran avvierà un terzo step molto importante nella riduzione dei suoi obblighi dell’accordo sul nucleare”. Senza nemmeno attendere le ultime ore di negoziati, il presidente Hassan Rohani annuncia il nuovo strappo di Teheran, che “potrà non apparire impressionante, ma è di straordinaria importanza e accelererà considerevolmente le attività dell’Organizzazione per l’energia nucleare”.

I contenuti verranno resi pubblici con un decreto nelle prossime ore, visto che per Teheran non ci sono prospettive di raggiungere un’intesa entro la scadenza, venerdì, dell’ultimatum di 60 giorni dato ai partner europei per offrire incentivi economici in grado di compensare le sanzioni americane.

Tanto più che proprio dagli Usa sono arrivate oggi nuove sanzioni per centinaia di milioni di dollari contro una rete di aziende, navi e persone ritenute coinvolte in vendite di petrolio alla Siria e gestite dai Guardiani della rivoluzione islamica. Tra i 10 individui colpiti ci sono Rostam Qasemi, ex ministro del Petrolio iraniano, e suo figlio.

Nel mirino anche le sussidiarie di una società indiana con interessi legati alla Adrian Darya 1, la petroliera iraniana sospettata di trasportare greggio in Siria e bloccata per oltre un mese dalle autorità britanniche a Gibilterra.

Ma nonostante l’ennesima escalation, la finestra delle trattative resta aperta. Rohani ha annunciato che insieme al nuovo passo verso il disimpegno dall’intesa del 2015 arriverà anche un ulteriore intervallo di due mesi per trattare. Non solo: la Repubblica islamica, ha detto il suo presidente, è pronta a portare comunque avanti fino a fine anno i negoziati con la Francia.

Parigi e Teheran continueranno a discutere i dettagli dell’offerta di una linea di credito di 15 miliardi di dollari in 4 mesi, da garantire con future vendite del petrolio iraniano.

L’ostacolo più grande resta il muro degli Stati Uniti, che si dicono “molto scettici” sull’iniziativa di Parigi ed escludono “deroghe” alle sanzioni, come il ripristino di esenzioni per acquirenti strategici del greggio di Teheran come Cina, Giappone e India. Gli Usa offrono anche una ricompensa da 15 milioni di dollari per chi fornirà informazioni sulla rete finanziaria dei Pasdaran.

“La Francia dice che parlerà con gli altri Paesi europei, oltre che con Cina e Stati Uniti”, ha spiegato il presidente iraniano, sottolineando i progressi della sua línea diretta con Emmanuel Macron. “Nelle nostre precedenti conversazioni c’era un profondo divario di comunicazione, ma adesso – ha rivelato Rohani – ci capiamo molto bene. Loro sanno cosa vogliamo e noi sappiamo cosa vogliono, è tutto chiaro”.

Intanto, la Repubblica islamica ha annunciato che rilascerà per “motivi umanitari” 7 dei 23 membri dell’equipaggio della petroliera britannica Stena Impero, sequestrata a luglio dai Pasdaran con l’accusa di aver violato le leggi internazionali sulla navigazione. Una mossa distensiva per cercare di migliorare il clima delle prossime trattative.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

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