L’uragano Dorian perde forza ma la Florida trema

Spiaggia chiusa in Florida
Spiaggia chiusa ai bagnanti nella Florida. (Lopez-Doriga Digital)

WASHINGTON. – Dorian perde forza e viene declassato a categoria 2 (su 5) dopo aver devastato le Bahamas settentrionali per due giorni uccidendo almeno cinque persone, anche se il bilancio delle vittime è destinato drammaticamente a salire, come hanno avvertito le autorità locali.

Ma, avvisa il centro nazionale americano per gli uragani, Dorian resta ugualmente o addirittura più pericoloso perché il suo fronte si è allargato (oltre 100 km) e la sua velocità è molto bassa (1,6 km/h) mentre si prepara a sfiorare martedì será (nella notte italiana) la costa sudorientale degli Stati Uniti, partendo dalla Florida per allungarsi poi sino alla Georgia, alla Carolina del sud e del nord.

In allarme pure la Virginia.  Dorian ha colpito duramente le isole di Abaco e Grand Bahama, dove l’occhio del ciclone ha toccato terra con una potenza inaudita e un impatto che potrebbe avere conseguenze decennali. Impossibile fare un bilancio delle vittime e dei danni perché la zona è completamente isolata e i soccorsi non sono ancora riusciti ad arrivare.

Ma ci sono numerose persone intrappolate nelle loro case, con livelli d’acqua sino a quasi due metri. Si calcola che siano state distrutte o danneggiate almeno 13 mila abitazioni. “Siamo nel pieno di una tragedia storica nelle nostre Bahamas settentrionali”, ha ammesso il premier Hubert Minnis.

E mentre nell’arcipelago si attendono le prime stime del disastro, milioni di abitanti della costa sudorientale americana sono col fiato sospeso, molti indecisi se evacuare o meno. Secondo gli ultimi calcoli, Dorian dovrebbe tenersi al largo della costa sfiorando “pericolosamente” la Florida ma non si può escludere un improvviso cambio del suo percorso.

In ogni caso l’allarme resta alto perché si teme un forte innalzamento dei livelli del mare (circa due metri), con rischi per chi vive nelle zone costiere. Di qui l’ordine di evacuazione, obbligatorio in una decina di contee, tra cui quella di Dubal, che include Jacksonville, una delle città più popolate del Sunshine State, e di Palm Beach, dove si trova il resort Mar-a-Lago di Donald Trump.

L’aeroporto di Orlando ha già chiuso, dopo aver cancellato migliaia di voli. Idem il Walt Disney World Resort della stessa città. Il Kennedy Space Center di Cape Canaveral è stato blindato.

Allerta anche in Georgia: a Savannah, una delle città più antiche degli Stati Uniti e una delle città di Via col Vento, è stato ordinato il coprifuoco dalle 21 locali (le 3 di notte in Italia) fino alle 6 del mattino di mercoledì (le 12 in Italia).

Intanto Dorian continua ad avanzare a passo di lumaca, con venti sino a 175 km/h: sinora è stato il secondo più lento della storia (a partire dal 1850), viaggiando per soli 48 km in 30 ore, e il secondo per velocità dei venti che, quando era categoria 5, hanno raggiunto i 297 km/h (Allen nel 1980 toccò i 306 km/h).

Non mancano le polemiche. Donald Trump è stato accusato da più parti, anche dal sindaco di Londra e suo acerrimo nemico Sadiq Kahn, di aver seguito la situazione dai suoi campi di golf. E soprattutto di aver creato confusione. Il tycoon ha infatti incluso l’Alabama fra gli Stati a rischio Dorian, costringendo poi il National Weather Service a correggerlo, e ha affermato di non aver mai visto un uragano categoria 5, come era Dorian inizialmente: “Non sapevo neanche esistesse”.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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