Già nell’antica Roma esisteva il servizio postale

Carro postale dell'antica Roma.
Carro postale dell'antica Roma.


Gli antichi Romani furono nella storia i primi grandi costruttori di strade, ció permise loro di implementare un servizio postale molto efficiente per quell’epoca.

Aveva differenti nomi (cursus publicus, cursus vehicularis, cursus fiscalis ecc.) e dipendeva dai corrieri (carri postali) che garantivano la regolarità del servizio, sotto la supervisione dei “Praefecti del pretorio”, funzionari di fiducia. Con l’imperatore Costantino il servizio fu perfezionato, vennero stabiliti dei magistrati esculsivamente per la posta chiamati “Praefectus vehiculorum”, i quali si incaricavano del mantenimento delle strade, riparazione dei ponti, sorvegliare il corretto funzionamento degli uffici locali che erano guidati dai reggenti, chiamati Manceps, che si prendevano cura dei cavalli della posta, delle stalle, riparazione dei carri, ecc.

I cavalli postali erano forti e veloci, purtroppo molte volte si usavano fruste e bastoni per spronarli. Poi una legge di Costantino permise la frusta ma abolì i bastoni.

Le amministrazioni locali sostenevano le spese del servizio postale. I privati potevano avvalersi solamente in poche occasioni del servizio. Quando un cursore partiva per un destino lontano, le persone approfittavano per inviare la propria corrispondenza nei luoghi di transito.

Tra le persone che si scrivevano si formavano delle associazioni a scopi postali per così agevolare il recapito della posta privata. Alcuni usavano gli schiavi, anche se ciò comportava una spesa enorme, soprattutto per il loro mantenimento quando il viaggio era lungo. Inoltre era una cosa molto delicata, perché bisognava contare con schiavi fedeli e riservati dovuto al fatto che non esistevano buste… la lettera era piegata all’interno per non far vedere lo scritto e legata con un cordoncino e sigillata. Il sigillo aveva il valore di una firma nel caso ne fosse sprovvista, quindi gli schiavi non solo ne erano portatori ma anche custodi.

Angelo Di Lorenzo

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