Whirlpool: decreto-imprese non basta per salvare Napoli

Whirlpool di NApoli
Un'assamblea di lavoratori allo stabilimento della Whirlpool di Napoli. (Cronache della Campania)

ROMA.- Whirlpool boccia il decreto-imprese per la parte che la riguarda e questo mentre la sua pubblicazione è data per imminente in Gazzetta Ufficiale.

La norma che riguarda le grandi aziende in crisi (con più di 4.000 dipendenti) porta a Whirlpool in regalo quasi 17 milioni di euro, in cambio Di Maio chiedeva il salvataggio del sito di Napoli con i suoi 410 dipendenti e la prosecuzione della sua produzione di lavatrici di alta gamma.

Dovrebbe arrivare insieme alle altre misure che servirebbero ad affrontare alcuni nodi industriali, dall’ex Ilva (ora ArcelorMittal) alle difficoltà di alcune imprese sarde e siciliane. Il decreto è atteso anche per la nuova normativa sui rider.

Ma oggi il fuoco è concentrato sulla multinazionale di elettrodomestici. Whirlpool Italia ha diffuso un comunicato dove boccia gli “interventi” previsti (e concordati con Di Maio e il Mise). Per la società questi non sono “sufficienti a garantire la profittabilità dello stabilimento” campano “nel lungo periodo e la competitività di Whirlpool nella Regione Emea (Europa, Medio Oriente e Africa)”.

“L’unica soluzione percorribile – secondo l’azienda – è dare una nuova missione produttiva al sito”. Insomma la società ribadisce quello che ha sempre detto cioè di volere per Napoli una “riconversione”.

Immediata la reazione dei sindacati, molto critici di fronte a questo intervento a gamba tesa su una trattativa delicata, per di più in un momento altrettanto delicato per il Governo.

La Uilm accusa la Whirlpool di “cercare alibi” mentre Fiom e Cisl parlano di atteggiamento “inaccettabile”. E ribadiscono la volontà dei sindacati di mantenere a Napoli la produzioni di lavatrici ad alta gamma.

Di fatto l’azienda vorrebbe una modifica del testo, neanche oggi uscito in Gazzetta, ma comunque emendabile dal Parlamento in fase di conversione.

“I 16,9 milioni di euro previsti dal testo del decreto legge per il biennio 2019-2020 – afferma Whirlpool – sono calcolati considerando la messa in solidarietà al 60% della quasi totalità dei 5.500 dipendenti di Whirlpool in Italia: questa non è un’opzione in quanto non in linea con il piano industriale 2019-2021. Inoltre, il potenziale beneficio sarebbe distribuito su tutti i siti italiani e non rappresenterebbe un intervento strutturale per il futuro a lungo termine di Napoli, soprattutto se comparato agli sforzi e agli investimenti pari a circa 100 milioni di euro messi in campo dall’azienda negli ultimi anni”.

L’azienda, comunque, ci tiene a confermare “la volontà di voler garantire la continuità industriale dello stabilimento e i massimi livelli occupazionali al fine di dare un futuro sostenibile ai colleghi di Napoli” e si dice “pronta a presentare nel dettaglio la nuova missione industriale per lo stabilimento di Napoli e per i suoi 410 dipendenti”.

Di “decreto sbagliato” parla anche Mara Carfagna, vicepresidente della Camera che accusa Di Maio di aver lasciato la fabbrica di Napoli “al suo destino”.

I sindacati sono sul piede di guerra. “Ancora una volta il management di Whirlpool mette in discussione l’accordo sottoscritto a ottobre scorso” attacca Barbara Tibaldi, segretaria nazionale della Fiom.

Mentre la segretaria nazionale della Fim-Cisl Alessandra Damiani parla di “balletto indecoroso” dell’azienda “sulle sue posizioni”. “mentre al tavolo si discute per mantenere a Napoli la sua vocazione di produzione di lavatrici, l’azienda poi dichiara a mezzo stampa la sua intenzione di riconvertire il sito”.

(di Maria Gabriella Giannice/ANSA)

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