Hong Kong, studenti boicottano inizio anno scolastico

Studenti ad Hong Kong
Alcuni studenti delle superiori radunati a Edimburgh Place, Hong Kong (altoadige.it)

PECHINO.- Anche gli studenti delle superiori e universitari non si sono tirati indietro e hanno disertato il primo giorno del nuovo anno scolastico, unendosi a migliaia al movimento che da quasi tre mesi manifesta a Hong Kong contro la legge sulle estradizioni in Cina e per la democrazia.

A dispetto sia dei durissimi scontri registrati nel weekend sia dell’enigmatico editoriale apparso in piena notte sull’ agenzia ufficiale cinese Xinhua, che ha messo in guardia “sulla fine che sta arrivando” per le proteste, senza dare dettagli.

Un’altra giornata di mobilitazione, quindi, che ha visto almeno 40.000 persone a Tamar Park, all’Admiralty, in un sit-in del pomeriggio che era parte del primo dei due giorni di sciopero generale indetto dai sindacati.

Ragazzi, alcuni in uniforme scolastica, e adulti d’ogni età hanno risposto all’appello della Confederation of Trade Unions. In serata, alla fine dell’evento, la nota stonata dei tafferugli con la polizia che ha usato gli spray urticanti per disperdere piccoli gruppi di manifestanti.

Gli studenti delle superiori si sono ritrovati in mattinata a Edinburgh Place, su iniziativa di Demosisto e Demovanile, due gruppi pro-democrazia, perché il governo locale accetti le 5 richieste del movimento, tra cui il ritiro formale della contestata legge e le dimissioni della governatrice Carrie Lam, di cui sono circolate voci “sulla impossibilità di dare le dimissioni” per volere di Pechino.

Isaac Cheng, vicepresidente di Demosisto, ha affermato che la polizia ha sollecitato gli studenti a non prendere parte ai vari sit-in. Mentre in tarda serata ha denunciato di essere stato malmenato da tre uomini nei pressi di casa sua, a Tai Wai.

La Chinese University (Cuhk), dopo lo stop all’inaugurazione ufficiale, ha tenuto una cerimonia autogestita. Gli studenti dell’ateneo, l”Università dei ribelli’ secondo i critici, hanno espresso supporto alle richieste per la libertà e la democrazia.

Nel weekend, Hong Kong “ha subito ancora una volta una catastrofe”, ha denunciato Mak Chin-ho, assistente commissario della polizia, illustrando il bollettino degli scontri avvenuti soprattutto sabato.

Il bilancio annovera il lancio di oltre 80 molotov, l’uso di 241 colpi di lacrimogeni, lo sparo di 92 proiettili di gomma, il danno con diversa gravità a un terzo delle stazioni della rete metropolitana e 159 arresti, di cui 16 con l’accusa di rivolta. Da giugno, dall’inizio delle proteste, gli arresti sono saliti a quota 1.117.

Pechino ha riconfermato il “pieno sostegno” alla governatrice Lam e alla polizia, ha assicurato il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang. Mentre domani si profila un’altra giornata di mobilitazione.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

 

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