S&P boccia l’Argentina, default tecnico. Riunione Fmi

L'ex presidente argentino Mauricio Macri e l'ex direttrice del Fmi, Christine Lagarde,durante la firma dell'accordo finanziario di luglio 2018. Immagine d'archivio
L'ex presidente argentino Mauricio Macri e l'ex direttrice del Fmi, Christine Lagarde,durante la firma dell'accordo finanziario di luglio 2018. Immagine d'archivio. (Ansaltina)

NEW YORK.- Standard & Poor’s boccia l’Argentina, ormai in quasi “default tecnico”. Una stroncatura decisa che affonda il peso e costringe la banca centrale a intervenire  nuovamente a sostegno della valuta.

E che riaccende l’attenzione sul Fondo Monetario Internazionale, “in parte responsabile della crisi e della fuga di capitali” accusa il candidato alla presidenza Alberto Fernandez che, senza mezzi termini, dice: il paese è in un “virtuale e nascosto default”.

L’Argentina ha già fatto default sul proprio debito otto volte, di cui due negli ultimi 18 anni, nel 2014 e nel 2001. Quest’ultimo é stato il maggior default di un paese nella storia, quello che ha innescato la battaglia durata quasi 15 anni sui tango bond.

La gelata di Fernandez, affidata a un’intervista al Wall Street Journal, segue la decisione unilaterale del governo di Mauricio Macrì di allungare i tempi (‘riprofilando’ è il termine ufficiale) per il pagamento del debito e la sua manifestata volontà di rinegoziare il prestito ottenuto dal Fmi.

Proprio il board dell’istituto di Washington si riunisce per fare il punto sulla crisi ed essere aggiornato dallo staff appena rientrato da Buenos Aires.

Il Fmi ha concesso all’Argentina 57 miliardi di dollari nel 2018, in quello che è stato il salvataggio maggiore della sua storia. Un salvataggio molto contestato dagli argentini, che hanno accusato in passato l’istituto di Washington per aver peggiorato la crisi economica del paese nel 2001.

Macrì va intanto avanti per la sua strada e avvia il processo di riorganizzazione dei 101 miliardi di dollari di debito del paese, annunciando il posticipo del pagamento di 7 miliardi di dollari di bond.

“Il governo argentino ha esteso unilateralmente la maturazione del debito a breve. Questo costituisce default in base ai nostri criteri” afferma S&P che ha poi riportato, dopo che le nuove misure di allungamento delle scadenza sono entrate in vigore, il rating a CCC con Outlook negativo.

“Le elevate debolezze del profilo di rischio dell’Argentina dipendono dal rapido deterioramento del contesto finanziario, dall’assenza di fiducia dei mercati finanziari sulle iniziative della prossima amministrazione” spiega S&P.

“Questo ha messo sotto forte pressione la dinamica del debito” aggiunge. Molti economisti e osservatori sono d’accordo con S&P. Carlos de Sousa, di Oxford Economics, ritiene il debito dell’Argentina “troppo alto per essere ritenuto sostenibile” e ritiene che il prossimo governo sarà costretto a intraprendere una nuova ristrutturazione.