Gli Usa contrari al cavo dati sottomarino con la Cina

Il cavo dati sottomarino che dovrebbe unire gli Stati Uniti con la Cina.
Il cavo dati sottomarino che dovrebbe unire gli Stati Uniti con la Cina. (ANSA)

NEW YORK. – Si infiamma la battaglia tecnologica fra Stati Uniti e Cina, capitolo importante della guerra commerciale fra le due superpotenze economiche. Oltre a Huawei, nel mirino di Washington è finito l’ambizioso progetto per l’installazione di un cavo sottomarino per i dati fra i due paesi. Un progetto che l’amministrazione Trump minaccia di bloccare sulla base di timori per la sicurezza nazionale.

Il Pacific Light è un’iniziativa di Google, Facebook e della cinese Dr. Peng Telecom & Media Group: una sua eventuale bocciatura, riporta il Wall Street Journal, sarebbe la prima nella storia americana sulla base della sicurezza nazionale, e segnalerebbe un irrigidimento delle autorità americane verso progetti riguardanti la Cina o con partner cinesi.

A preoccupare Washington è il fatto che la cinese Dr Peng, il quarto maggiore operatore di telecomunicazioni del Dragone, ha legami con il governo cinese e con Huawei, segnalata sul sito della società come partner. Dr Peng, che vanta interessi anche nel settore della sorveglianza tecnologica, nel 2014 ha firmato un accordo di cooperazione strategica con Huawei per il cloud computing, l’intelligenza artificiale e la tecnologia 5G.

Sul possibile blocco del progetto peserebbero anche le tensioni a Hong Kong, dove da mesi si susseguono manifestazioni di piazza per protestare contro le ingerenze di Pechino. I sostenitori dell’iniziativa ritengono che il nuovo cavo consentirebbe agli Stati Uniti un maggiore controllo sul flusso dei dati visto che le autorità potrebbero costringere le aziende ad accettare alcune condizioni per proteggere la sicurezza.

Inoltre, vista la necessità di una maggiore capacità per i dati fra le due sponde del Pacifico, anche in caso di bocciatura del progetto il flusso troverebbe altri modi per viaggiare fra i due paesi, probabilmente attraverso infrastrutture che non sono sotto la giurisdizione americana.

Al progetto, dal costo stimato di 300 milioni di dollari, intanto si continua a lavorare in base a un permesso provvisorio la cui scadenza è in settembre: sono stati finora installati 10.940 chilometri di cavo su un totale di 12.800, e il servizio – riferisce la Pacific Light Data Communication, la società di Hong Kong che gestisce il progetto – è pronto a partire in dicembre o gennaio. Ma ora tutto è in dubbio.

(di Serena Di Ronza/ANSA)

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