Poca gente ai funerali, appello del parroco sui social

Sacerdote sull'altare di fronte ai fedeli..
Sacerdote sull'altare di fronte ai fedeli.. Ciro Fusco-ANSA-CD

IMPERIA. – Ci sono troppo pochi fedeli ai funerali e il parroco di Castelvecchio di Imperia, l’inglese Paul Kerner, 53 anni, lancia un appello sui social: “Chiedo se c’è qualcuno libero per dare condoglianze cristiane. Sarebbe bello. Grazie”, ha scritto in un post su Facebook.

“Purtroppo abbiamo avuto un funerale questa mattina e poi un altro questo pomeriggio alle 15 e poi un altro domani alle 16. Purtroppo qui a Castelvecchio non vengono molti parrocchiani per salutare i defunti e famiglie”, aveva premesso don Paul.

In altre piccole realtà imperiesi, come Bestagno, Costa d’Oneglia e Montegrazie c’è più partecipazione, secondo il sacerdote. “Esiste una forte comunità e più attenzione verso le persone che soffrono. In città è diverso”. Un tempo c’erano le prefiche, donne pagate per piangere ai funerali.

Proprio a Imperia si occupava di portare ‘piangitrici’ alle esequie dei detenuti don Abbo detto il Santo, il cappellano del carcere morto sotto i bombardamenti. Figura diffusa nell’antichità, quella della ‘piangitrice’, è sopravvissuta in alcuni paesi d’Italia, soprattutto al Sud, fino a cinquanta-sessanta anni fa.

In alcune aree del Nord, sempre nei decenni passati, invece si ‘arruolavano’ i bambini degli orfanotrofi dietro una ricompensa all’istituto che ospitava gli stessi bimbi. Oggigiorno è più semplice utilizzare Facebook e i social. Appelli che però non smuovono più di tanto.

Il post del parroco di Castelvecchio di Imperia, pubblicato nei giorni scorsi, ha raccolto appena una manciata di commenti. E comunque zero adesioni all’appello di rendere più calorosi i funerali già in programma questa settimana.

Don Paul era già finito sotto il faro dei media tre anni fa, sempre per un post su Facebook. Quella volta a scriverlo erano stati i suoi parrocchiani opponendo un secco ‘no’ alla sua proposta di ospitare una famiglia di migranti in canonica (era allora parroco a Montegrazie), dopo l’appello di Papa Francesco. Don Kerner si sfilò dalle polemiche affermando che la canonica necessitava di “importanti interventi di manutenzione” e che non c’era “alcun progetto concreto dietro quella semplice proposta”.

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