Hong Kong, vietata la protesta. La Cina muove le truppe

Carri armati cinesi
Carri armati cinesi circolano sulla strada. (excelsior.com)

PECHINO.- La polizia di Hong Kong nega il via libera alla manifestazione di sabato del Civil Human Right Front, il gruppo pro-democrazia delle grandi mobilitazioni pacifiche, a causa dei timori sulla sicurezza e sulle “distruzioni su larga scala”, già viste negli scontri violenti dello scorso weekend.

Un gran rifiuto, il primo finora, che cade nel giorno in cui la Cina ha annunciato a sorpresa di aver effettuato la rotazione “di routine” dei militari di stanza alla guarnigione dell’ex colonia, seguendo procedure che hanno allertato molti.

Lunghe file di camion da trasporto, mezzi e truppe dell’Esercito di liberazione popolare sono stati ripresi nella notte mentre attraversavano il confine, provocando una comprensibile apprensione di fronte a immagini apparse come un monito di quello che potrebbe accadere, nel mezzo delle proteste partite oltre due mesi fa contro la legge sulle estradizioni in Cina.

La mossa è stata definita “ordinaria” da Ren Guoqiang, portavoce del ministero della Difesa cinese, secondo cui “la tempistica è simile ad altre seguite in passato”, rispettando sia la Garrison Law sia le disposizioni dalla Commissione centrale militare, l’organo che guida le forze armate con a capo il presidente Xi Jinping.

Ren tuttavia ha ammonito che le proteste devono rispettare le leggi della regione amministrativa speciale: la guarnigione ha la missione di difendere il territorio e di assicurare “la pace, la stabilità e la prosperità”.

E anche le recenti esercitazioni a Shenzhen delle polizia armata, le truppe paramilitari, “sono state parte di manovre di routine annuale”.

Fatto sta che i media di Hong Kong hanno stimato in 8-10.000 unità la movimentazione dei soldati: testimoni hanno rilevato un’attività significativamente alta intorno alla base militare di Shek Kong, nell’area rurale dei Nuovi Territori, rispetto ai mesi recenti.

“Prima di arrivare, abbiamo studiato la situazione di Hong Kong”, ha affermato il tenente colonnello Yang Zheng, in un video promozionale diffuso a raffica dai media cinesi. “E abbiamo rafforzato il nostro addestramento per poter adempiere ai nostri obblighi di difesa della città”.

Nel 2018 le forze armate cinesi tennero una rotazione simile delle truppe, spiegando in un comunicato che era stato “mantenuto lo stesso numero di soldati e di equipaggiamenti”: precisazione non da poco, ma certamente non ripetuta quest’anno.

Quanto alla manifestazione di sabato, la polizia ha obiettato che le frange più radicali si sarebbero potute staccare dal percorso da Chater Garden all’Ufficio di rappresentanza di Pechino al fine di colpire i palazzi simbolo della protesta.

“Abbiamo visto molti commenti online a favore della violenza estrema nelle prossime proteste. Alcuni si sono spinti fino a promuovere la morte di qualcuno”, ha detto il comandante dell’isola di Hong Kong, Patrick Kwok Il Civil Human Rights Front ha presentato appello, senza però nutrire grandi speranze.

L’avvicinarsi dell’1 ottobre e dei festeggiamenti in pompa magna annunciati a Pechino per i 70 anni della fondazione della Repubblica popolare, con la più grande parata militare della storia della Cina, rendono pressante il ritorno alla normalità.

(di Antonio Fatiguso/(ANSA)

Lascia un commento