Alitalia attende Governo. In cassa più del previsto

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Un aereo Airbus 330 dell'Alitalia. (theflight.info)

ROMA.- La crisi di Governo mette in stand-by il dossier Alitalia. Al momento, infatti, sarebbe tutto fermo in attesa che si concretizzi o meno l’ipotesi di un Esecutivo Pd-M5s. Intanto i commissari straordinari hanno convocato per mercoledì 28 agosto un incontro informale con i sindacati per fare il punto sulla situazione.

Il tempo infatti stringe e davanti c’è la scadenza del 15 settembre entro la quale sono attesi l’offerta vincolante e il piano industriale della cordata composta da Fs, Delta, Atlanta e Mef. A rassicurare, comunque il livello della liquidità, che è ancora superiore alle previsioni.

I commissari straordinari incontreranno mercoledì nel primo pomeriggio i sindacati per un confronto informale. Nei prossimi giorni sono cerchiati nel calendario della compagnia la scadenza di metà settembre, ma anche lo sciopero di 24 ore dei piloti e assistenti di volo, in programma il 6 settembre: si tratta dello stop proclamato da Anpac, Anpav e Anp inizialmente per il 26 agosto e poi differito dopo l’invito del Garante degli scioperi e del Ministero dei trasporti.

É possibile che i commissari Stefano Paleari, Daniele Discepolo ed Enrico Laghi, che già a marzo raccomandavano “rapidità”, evidenzino la necessità di fare presto.

Pur rassicurando sullo stato di salute della compagnia, che a fine luglio, secondo quanto si apprende da fonti vicine alla compagnia, aveva in cassa 412 milioni, cui vanno aggiunti i depositi, dai 436 milioni di fine giugno: un livello di liquiditá, precisano le stesse fonti, superiore a quanto programmato e comunicato come dato previsionale nelle sedi istituzionali.

Il lavoro della compagine, completata il 15 luglio con l’ingresso di Atlantia, si stava avviando verso la fase finale con in programma una verifica con Delta negli Usa entro la fine del mese, ma la crisi di Governo ha sospeso tutto e la data dell’incontro ad Atlanta è tuttora da fissare.

Nelle scorse settimane gli incontri tra i partner si sono focalizzati su alcune modifiche al piano, con interventi sullo sviluppo dei ricavi e del lungo raggio e sul miglioramento dei servizi a terra.

Ma la verifica con i vertici di Delta sarà fondamentale per sciogliere altri nodi chiave: dagli esuberi, che potrebbero arrivare a 2.800; alla flotta (possibile un taglio di 15 aeromobili); dal network, con la rinegoziazione dell’alleanza transatlantica tuttora in corso; alla governance, con l’individuazione dell’a.d. della nuova Alitalia (nel toto-nomi, l’ex a.d. di Meridiana Roberto Scaramella, il commissario Paleari, il direttore commerciale della compagnia Fabio Lazzerini, l’ex a.d. dell’Alitalia del Piano Fenice Rocco Sabelli).

Resta infine da capire come la politica potrebbe incidere sull’operazione. La soluzione della ‘nazionalizzazione’ (lo Stato, attraverso Fs e Mef, dovrebbero andare oltre il 50%) è stata fortemente voluta dal Governo uscente, ma il modo in cui Luigi Di Maio ha gestito il dossier ha ricevuto non poche critiche dal Pd, compresi gli ex ministri Calenda e Delrio.

Critiche che restano anche oggi ma con un “grande pragmatismo”, fanno sapere dal Pd: “L’essenziale è garantire una prospettiva alla compagnia”.

(di Enrica Piovan/ANSA)

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