Groenlandia, Trump offeso annulla la visita in Danimarca

Groenlandia
Un villaggio di Groenlandia. (RTVE.es)

NEW YORK. – Niente Groenlandia? Niente visita in Danimarca. Con una mossa senza precedenti, almeno tra alleati, Donald Trump ha cancellato il suo imminente viaggio nel paese scandinavo dopo il rifiuto di Copenaghen di vendergli la Groenlandia, sulla quale il presidente americano voleva mettere le mani.

Un diniego che ha offeso profondamente il tycoon, che sognava di lasciare in eredità agli americani l’isola più grande del mondo, una postazione che ritiene strategica per la sicurezza nazionale.

Il rinvio della visita prevista per il 2 e 3 settembre apre una crisi diplomatica con l’alleato europeo, ma Trump evidentemente non se ne cura. “Visti i commenti della premier Mette Frederiksen che ha detto di non essere interessata, rinvierò il nostro incontro previsto tra due settimane ad un’altra volta”, ha twittato il tycoon.

Nei giorni scorsi Frederiksen aveva definito “assurda” l’idea di vendere la Groenlandia agli Stati Uniti. Un commento “cattivo”, “non un modo carino per dire qualcosa”, ha attaccato il presidente americano, sottolineando che avrebbe potuto dire semplicemente ‘no’ senza aggiungere altro.

“La premier non sta parlando con me, sta parlando agli Stati Uniti. Non possono dire che è assurdo. Agli Stati Uniti non si parla in questo modo”, ha minacciato ancora Trump, ricordando che di un possibile acquisto da parte Usa della Groenlandia si parla da anni.

A Copenaghen la cancellazione della visita ha colto tutti di sorpresa: in molti pensavano infatti che quella di Trump fosse una provocazione, una pazza idea e basta. L’annuncio di oggi ha invece mostrato come Trump fosse serio, serissimo con la sua proposta.

E questo ha offeso a loro volta i danesi: “E’ uno scherzo? E’ un insulto alla Danimarca e alla Groenlandia”, ha twittato l’ex premier Helle Thorning-Schmidt. E alla familia reale che ha parlato di “sorpresa” per la decisione dell’inquilino della Casa Bianca, hanno fatto eco le parole di Frederiksen che si è detta “delusa”.

Nonostante questo la premier ha lasciato comunque la porta aperta agli Stati Uniti, “uno dei nostri più stretti alleati”: “L’invito per una più forte cooperazione strategica con gli Usa nell’Artico è ancora valido. Non credo che i rapporti fra i due paesi siano in crisi”, ha poi diplomaticamente aggiunto.

Le sue parole non sono bastate però a placare le critiche in Danimarca, dove i deputati hanno lanciato accuse pesanti a Trump. Il rinvio “è un insulto da parte di un paese amico e alleato”, ha tuonato Michael Aastrup Jensen, esponente del partito di centro destra Venstre.

“Trump prima ha dato per scontato che una parte del nostro paese fosse in vendita. Poi ci ha insultato cancellando la visita. Mostri maggiore rispetto”, ha affermato l’ex ministro dell’Economia Rasmus Jarlov.

Critici anche i maggiori quotidiani che hanno descritto Trump come un “bambino viziato”, una persona che “vive su un altro pianeta”.

Eppure il tycoon non è il primo presidente americano a caldeggiare l’ipotesi di acquistare la Groenlandia: già nel 1946 Harry Truman propose alla Danimarca di comprare l’isola per 100 milioni di dollari, ma anche allora la sua offerta venne rifiutata.

(di Serena Di Ronza/ANSA)

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