La polizia irrompe nell’aeroporto di Hong Kong

Scontri all'aeroporto di Hong Kong
La polizia usa spray al peperoncino contro i manifestanti nell'aeroporto di Hong Kong. (El Pais)

ROMA.- Rischia di precipitare la situazione a Hong Kong: la protesta non si ferma e anche oggi è tornata  a bloccare l’aeroporto mentre la Cina si muove e manda la polizia, facendo scoppiare violenti scontri. E lancia un messaggio di un possibile, e temuto, intervento.

Una discesa in campo di cui è convinto il presidente americano Trump che rinviando al mittente qualsiasi accusa di ingerenza, ha fatto sapere (citando la sua intelligence) che Pechino “sta spostando le truppe al confine”.

E così, mentre lo scalo ha vissuto il suo secondo giorno consecutivo di stop ai voli, dopo che lunedì le proteste avevano causato la cancellazione totale dei viaggi dell’aeroporto, l’atmosfera dell’ex colonia britannica si fa sempre più calda, con lo stesso Trump che twittando chiede che “tutti stiano calmi e al sicuro”.

Parlando di una situazione che definisce “difficile”, ma che “si risolverà”. E preoccupazione arriba anche dall’Onu che sulle azioni della polizia chiede “un’indagine”. Una richiesta subito respinta da Pechino: ‘Non vogliamo interferite, sono nostri fatti interni’.

La governatrice Lam, intanto, rilancia il suo appello alla calma per evitare “l’abisso”. Da giugno sono 700 i manifestanti che sono stati arrestati per le proteste, fanno sapere le stesse forze dell’ordine ricordando che i manifestanti rischiano fino a 10 anni di carcere.

I media presenti sul posto parlano di tragedia sfiorata, dopo che gli agenti di polizia sono giunti nell’area dell’aeroporto e si sono scontrati con i partecipanti alla protesta, che hanno eretto barricate alle entrate dello scalo per impediré l’ingresso agli agenti. I manifestanti hanno lanciato oggetti contro i poliziotti, che hanno risposto usando spray al peperoncino.

Un agente è stato circondato e aggredito dalla folla. Per liberarsi, ha tirato fuori una pistola e l’ha puntata contro i manifestanti, facendo temere il peggio. Secondo quanto riferito dalla Cnn, almeno quattro manifestanti sarebbero stati arrestati durante gli scontri solo oggi. Dopo diversi minuti di “presidio” dell’area esterna dell’aeroporto, alla fine i poliziotti si sono ritirati.

L’arrivo della polizia ha creato una breve finestra per i paramedici per portare via un uomo che per diverse ore è rimasto legato e bloccato dai manifestanti, dopo essere stato aggredito con l’accusa di essere un poliziotto infiltrato nella protesta.

Dopo gli scontri, i partecipanti alla protesta hanno aggredito e bloccato un altro individuo, anche lui accusato di essere un agente di polizia sotto copertura. Dopo poco, è stato portato in ospedale per le cure mediche.

Secondo il caporedattore del giornale statale cinese Global Times, si tratta di un giornalista che lavora per il tabloid ufficiale di Pechino, fatto che potrebbe innervosire ancora di pià il governo centrale cinese.

Gli scontri tra manifestanti e polizia sono il violento epilogo di una tesissima giornata all’aeroporto di Hong Kong, dove dopo una iniziale ripresa delle operazioni durante la mattinata, con alcuni voli che erano riusciti a decollare, migliaia di persone hanno di nuovo occupato il terminal e hanno bloccato l’accesso ai desk dello scalo, spingendo le autorità a decidere, a partire dalle 16.30, di bloccare i check-in per i voli in partenza.

La decisione non ha coinvolto gli arrivi sebbene alcune decine di voli con destinazione a Hong Kong fossero già stati annullati. Confusione e rabbia sono stati i sentimenti predominanti tra i passeggeri, costretti a restare a terra, in balia degli eventi.

L’ex colonia britannica paga le proteste anche con il crollo di prenotazioni asiatiche dei voli verso il territorio, calate del 33% nelle ultime quattro settimane.

Ma i manifestanti non mollano, e continuano a sfidare le autorità di Hong Kong e del governo centrale cinese. Con il rischio che a questo punto la situazione possa precipitare in una dura repressione.

(di Stefano Intreccialagli/ANSA