Biennale di Venezia, artista venezuelana diffonde codici QR per denunciare il regime di Maduro

I codici QR di Nina Dotti alla Biennale di Venezia.
I codici QR di Nina Dotti alla Biennale di Venezia.

VENEZIA. – Andreina Fuentes è un’artista venezuelana, più famosa con il suo pseudonimo Nina Dotti che è un gioco di parole con il nome della fotografa italiana Tina Modotti (1896-1942), con la quale si sente identificata da una triplice coincidenza: essere donne, artiste e attiviste sociali.

Nina sta usando la sua creatività per denunciare il regime di Maduro per mezzo di codici QR che, quando vengono scannerizzati, mostrano filmati delle atrocità che il Paese sta vivendo. “Io sono il Venezuela e ho il diritto di…..” è l’iniziativa di Dotti, che approfitterà della eventuale visita di Maduro alla Biennale d’Arte di Venezia per denunciare la violazione dei diritti umani.

Primo piano di Nina Dotti
Primo piano di Nina Dotti

I codici sono sparsi per le strade della città italiana.

“Vogliamo essere una rete di voci e parole….. mobilitare i cittadini, alzare la voce, mostrare i loro volti per formare una testimonianza collaborativa che serva da riferimento per i desideri di una società che manifesta e immagina l’orizzonte democratico che cerca di conquistare”, ha detto l’artista venezuelana in un comunicato stampa.

Vale la pena notare che questa è la seconda volta che Nina Dotti svolge un’azione di protesta durante la Biennale d’Arte di Venezia. In occasione dell’inaugurazione dell’ultima edizione del 2017, è stata protagonista di un “flash mob” al “Ponte degli Scalzati”, accompagnata da decine di italo-venezuelani per richiamare l’attenzione dei turisti e denunciare la grave crisi umanitaria che il Paese stava già vivendo in quel periodo.

(di Angelo Di Lorenzo)

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