Governo, cattolici preoccupati: “Si rischia pagare un conto salato”

Papa Francesco con un gruppo di poveri in Vaticano.
Papa Francesco con un gruppo di poveri in Vaticano.

ROMA. – Il mondo cattolico è preoccupato: la crisi politica e l’ipotesi di elezioni anticipate rischia di mettere in secondo piano le urgenze del Paese e a rimetterci sarebbero ancora una volta le fasce più deboli. Dai Gesuiti alle Acli, dall’Osservatore Romano a Famiglia Cristiana, ora è un appello ai partiti affinché dimostrino “maturità politica” perché il rischio è quelli di pagare “un conto salatissimo”.

Un appello per una politica che si occupi del bene comune e non viri verso errori fatti nel passato arriva poi da Papa Francesco. Il pontefice parla in generale dei venti che soffiano in Europa e in una intervista a La Stampa si dice “preoccupato perché si sentono discorsi che assomigliano a quelli di Hitler nel 1934”; il sovranismo “è un atteggiamento di isolamento”, “un’esagerazione che finisce male sempre: porta alle guerre”.

Per il Papa pericolosi sono anche i populismi: “una cosa è che il popolo si esprima, un’altra è imporre al popolo l’atteggiamento populista. I populismi ci portano a sovranismi: quel suffisso, ‘ismi’, non fa mai bene”.

“Il Paese si prepara a una campagna elettorale che si prevede senza esclusioni di colpi”, scrive l’Osservatore Romano. Durissima l’analisi di Famiglia Cristiana: “In autunno pagheremo il conto (salatissimo) di una campagna elettorale permanente. Deficit, debito, contenzioso con la Commissione europea, crescita zero, mercati internazionali, spread, contratti, rivolte sociali. La tempesta perfetta. E forse allora l’Italia si sveglierà scoprendo che il nostro problema non erano i barconi dei migranti”.

Scende nel vivo della crisi il gesuita Francesco Occhetta che su Civiltà cattolica firma le analisi sulla politica italiana. “L’interesse del Paese è superiore a quello delle singole forze politiche”, sottolinea padre Occhetta. “La Lega con il vento in poppa – commenta – vuole il prima possibile andare ad elezioni ma più urgenti delle elezioni sono la legge di bilancio che chiederà sacrifici per compensare le spese fatte, la riforma della riduzione dei parlamentari e una legge elettorale proporzionale per non ripetere gli errori del passato”.

Il mondo cattolico in questa fase non può rimanere a guardare: “è chiamato non a scontrarsi senza proposte ma a contribuire con l’arte della mediazione del possibile e la difesa dei più deboli a sostenere questo difficile momento del Paese”.

Preoccupazione per la crisi è espressa anche dalle Acli: “Sono mesi che assistiamo a continui litigi in un clima di perenne campagna elettorale. Apprezziamo che il Presidente del Consiglio Conte abbia riportato la crisi dalle dichiarazioni ai media e nelle spiagge al dibattito parlamentare. Confidiamo nel ruolo del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinché al Paese venga restituita quella stabilità necessaria per ripartire”.

Le elezioni anticipate sono “un rischio” per il Paese che ha invece bisogno di vedere un rilancio dell’economia. Lo afferma Riccardo Ghidella, presidente nazionale dell’Ucid, l’associazione degli imprenditori cattolici.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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