Toninelli: “Sui viadotti si cambia, finito il modello Morandi”

Ponte Morandi
Un'immagine del ponte Morandi crollato il 14 agosto 2018, a Genova.(gds.it)

ROMA. – “E’ finito il modello delle concessionarie autostradali che ha portato” alla tragedia del Ponte Morandi. Il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli, concentrato sul lavoro nonostante le tensioni nel Governo e le voci di rimpasto (“non andare avanti significa tradire il mandato” dei cittadini), sferra un altro affondo nei confronti delle società concessionarie: dopo l’introduzione di un nuovo modello tariffario, arrivano le linee guida per il monitoraggio e la manutenzione dei viadotti.

“Prima se la cantavano e se la suonavano”, sintetizza il ministro, “ora il modello lo fissa lo Stato e i concessionari si devono adeguare”.

L’esigenza di un cambio di passo nelle verifiche sullo stato di salute dei viadotti scatta dopo il crollo del Polcevera a Genova, di cui ricorre mercoledì l’anniversario: nel settembre 2018 l’Ufficio ispettivo territoriale (Uit) di Roma del Ministero viene incaricato da Toninelli di fare verifiche al fine di rivedere i criteri di monitoraggio e per quasi 10 mesi (fino al luglio scorso) esegue circa 180 sopralluoghi sui viadotti posti sulla rete autostradale di propria competenza (2 mila chilometri nel centro-sud del Paese).

L’esito è poco rassicurante: “Sulla stragrande maggioranza dei viadotti c’è uno stato avanzato di degrado per tutte le componenti”, spiega il capo dell’Uit di Roma Placido Migliorino, evidenziando che il problema di fondo è che le visite ispettive condotte dalle concessionarie sono quasi sempre solo “visive”, ma spesso i vizi che mettono a rischio l’opera “sono occulti”.

Autostrade per l’Italia, tuttavia, reagisce sottolineando che le proprie opere, e quindi anchei viadotti del Centro-Sud, sono “sicure e regolarmente mantenute, così come certificato da monitoraggi svolti da società esterne specializzate e dalle prove di carico effettuate”.

Per evitare un altro Morandi, dunque, arrivano le linee guida che saranno uguali per tutti. Si parte dai 2 mila chilometri di autostrade del centro-sud, ma poi il modello verrà applicato anche agli altri 4 mila chilometri di rete, annuncia Toninelli, che in un prossimo incontro al Ministero lo dirà ai concessionari: “Si opporranno, ma questo è il modello che dovranno applicare”, sentenzia il ministro, soddisfatto di aver “ribaltato i rapporti di forza” tra Stato e concessionarie.

Le nuove indicazioni introducono il “fattore di rischio” che rappresenta la vulnerabilità manutentiva, prevedono ispezioni trimestrali non limitate ad un’indagine solo visiva ma con l’uso anche di indagini indirette, verifiche di sicurezza con carichi previsti dalla normativa attuale, si individuano “soglie di allerta” nei monitoraggi.

(di Enrica Piovan/ANSA)

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