Addio a Saccomanni, il banchiere dai modi gentili

Fabbrizio Saccomanni
Il banchiere ed economista Fabbrizio Saccomanni. (ThemediTelegraph)

MILANO.- Addio a Fabrizio Saccomanni. Il presidente di Unicredit se n’è andato nel suo primo giorno di vacanza in Sardegna. Un malore intorno all’ora del pranzo lo ha stroncato sugli scogli, vicino al campo da golf di Puntaldia, in Gallura, e all’albergo in cui era ospite. Nonostante i soccorsi immediati non c’è stato nulla da fare.

Schietto, sincero, dall’inconfondibile accento romano e con la battuta sempre pronta, l’ex ministro dell’Economia e prima ancora dg in Bankitalia, mercoledì era a Milano dove aveva preso parte insieme al ceo, Jean Pierre Mustier alla conferenza stampa per la semestrale della banca. Nel gruppo era approdato a novembre del 2017 prima in cda, poi alla presidenza.

Il cordoglio è unanime nel mondo dell’economia, della finanza e della politica. “La Repubblica gli è riconoscente per i servigi prestati e partecipa al cordoglio per la sua morte”, scrive il Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

Classe ’42, si laurea in Economia e commercio alla Bocconi nel 1966. Poi gli studi di perfezionamento a Princeton. A soli 26 anni l’ingresso in Banca d’Italia con un cursus honorum interno, impreziosito dal distacco presso il Fondo Monetario Internazionale (1970-1975) e interrotto dal 2002 al 2006 come vice presidente della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. Uomo di trincea un solo rammarico gli restava, quello di non essere riuscito a diventare Governatore di Via Nazionale.

“Per me scompare innanzitutto un amico di grande intelligenza e umanità, colto, competente ed arguto”, sottolinea Mustier che ne ricorda il “grande equilibrio”, la “trasparenza”, la “visione strategica limpida” e il “forte senso della direzione di marcia” nel guidare il board.

Sgomento e dolore è la prima reazione anche alla Filarmonica della Scala di cui il banchiere era presidente dallo scorso 12 dicembre. “Io porto il mio entusiasmo di appassionato di musica classica” aveva detto al momento della sua nomina il presidente di Unicredit, frequentatore della Scala dagli anni ’50, che aveva voluto assistere anche all’ultimo concerto gratuito in piazza Duomo dell’orchestra diretta da Riccardo Chailly lo scorso 9 giugno.

“Con lui il paese perde una grande risorsa di statura anche internazionale”, afferma il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. “Era un galantuomo”, aggiunge Paolo Baretta, sottosegretario al Mef proprio con Saccomanni, di cui ricorda il tratto di “persona seria competente, umile e socievole”. Mentre il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli ne menziona “lo spirito sempre costruttivo”.

(di Fabio Perego/ANSA)

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